31 ottobre 2009

Manie persecutorie

Il delirio di persecuzione può essere il sintomo di diverse forme di psicosi, tra cui la schizofrenia, e di episodi di alterazione dell’umore in senso maniacale. Le convinzioni paranoiche di tipo psicotico possono presentarsi accompagnate da allucinazioni sono più chiaramente irrealistiche di quelle caratterizzanti il Disturbo Paranoide di Personalità, in cui sono presenti una diffidenza e sospettosità pervasive, ma non veri e propri deliri. Spesso in questi casi si può parlare di ideazione dominante o prevalente, ovvero di una situazione in cui un pensiero “fisso” di intensa coloritura emotiva, diventa cosi invasivo e fastidioso da occupare una gran parte della vita mentale del soggetto. Rispetto al caso del delirio propriamente detto , però, esso risulta in buona misura comprensibile alla luce del vissuto del paziente. Simili caratteristiche di pensiero possono riscontrarsi anche situazione comuni, come la separazione da un partner, se per molto tempo dopo la fine della storia si rimane completamente ed eccessivamente focalizzati sul proprio ex partner. Tutte queste forme di pensiero, anziché come deliri o idee dominanti possono essere denominate MANIE in un linguaggio colloquiale. (Dr. Lorenzo Magri, psicologo)

30 ottobre 2009

Esternazione del riflesso della "realtà" percepita, figlia di immagini mentali dovute alla troppa informazione

Di attacchi di panico ne soffrono, secondo il DSM IV, fino a una persona su 25 a seconda del sesso di appartenenza (un uomo ogni due donne), della fascia d'età (più del 35% nell'età compresa tra i 25 e i 35 anni) e altri fattori come le dimensioni della città e il paese in cui si vive. Per esempio da una recente ricerca è emerso che in città come Roma è più facile avere un attacco di panico rispetto ad altre città italiane più piccole e tranquille. Gli attacchi di panico appaiono soprattutto durante l'adolescenza o la prima età adulta e, anche se le cause precise non sono chiare, sembra esserci un nesso con le più importanti fasi di transizione della vita che portano inevitabilmente una certa quantità di stress e ansia: gli esami scolastici e universitari, il matrimonio, il primo figlio, cambiare lavoro o posizione lavorativa, e così via, per cui non sono rare situazioni in cui l'esordio appare per esempio intorno ai 30 anni, intorno ai 40 eccetera. (da internet)

27 ottobre 2009

"Leggi" per iniziare ad essere un fautore di..vino

L’alchimista sarà discreto e silenzioso; non rivelerà a nessuno il risultato delle sue operazioni. Egli abiterà lontano dagli uomini, in una casa particolare, composta da due o tre stanze esclusivamente destinate alle sue operazioni. Sceglierà con cura il tempo e le ore del suo lavoro. Sarà paziente, assiduo e perseverante. Eseguirà, secondo le regole dell’Arte, la triturazione, la sublimazione, la fissazione, la calcinazione, la soluzione, la distillazione e la coagulazione. Si servirà solo di vasi di vetro o di stoviglie verniciate, onde evitare contaminazioni dagli acidi. Sarà abbastanza ricco per sostenere le spese che esigono queste operazioni. Eviterà soprattutto d’avere rapporti con principi e signori. Il dottore della Chiesa (beatificato e fatto santo) Albert von Bollstaedt (1205-1280), noto come Alberto Magno.

26 ottobre 2009

Crop Circles

«Ora tutte queste cose giungevano loro in immagini; ma esse furono scritte per nostra istruzione; per noi per i quali è venuta la fine dei secoli» Prima Lettera di San Paolo ai Corinzi

"Modello" sociale

«Ma, poiché ciò che è simile al simile è anche simile ai simili a esso medesimo sia per salita sia per discesa sia per ampiezza, da qui accade che (entro i suoi limiti) la natura può fare tutte le cose da tutte e l’intelletto o ragione può conoscere tutte le cose da tutte. Come la materia-dico-è modellata in tutte le forme da tutte le cose, anche l’intelletto passivo (come lo chiamano) può essere modellato in tutte le forme da tutte le cose, così, anche la memoria in tutte le cose ricordabili da tutte le cose, poiché ogni simile è fatto dal simile, ogni simile è conosciuto dal simile, ogni simile è contenuto dal simile. A sua volta il simile lontano tende al suo simile distante attraverso il simile mediano e vicino a esso. Da qui la materia, spogliata della forma dell’erba, non immediatamente assume la forma di questo animale, ma attraverso le forme mediane di chilo, sangue e seme. Di conseguenza, chi conoscerà i medi connessi agli estremi, potrà ricavare e naturalmente e razionalmente tutte le cose da tutte» Nona Intenzione, De umbris Idearum, Giordano Bruno.

24 ottobre 2009

L'ipocrisia getta la maschera

Gli affetti di Pluton portan al cuore, il nome di Giesù segnano in fronte, perché non siano lor malizie conte a chi gli guarda dalla scorza in fuore. O Dio, o Senno e sacrosanto Ardore, d'ogni possanza larghissimo fonte, dammi le forze, c'ho le voglie pronte, onde ognun vegga a chi fa tanto onore. Lo zel ch'io porto al tuo benigno nome ed alla verità sincera e pura,questo veggendo, fa ch'io mi dischiome. Chi può più comportar tanta sciagura, che sacrosanto e divino si nome chi spoglia pur gli morti in sepoltura? (Tommaso Campanella)

23 ottobre 2009

Guardanti, non vedenti...

La vista è un senso ritenuto indispensabile, chi non l’ha è ritenuto cieco. Chi è cieco, per chi ha il dono della vista, non può vedere. Siamo sicuri che è proprio così? Cosa si intende per “vedere”? Chi guarda l’immagine riesce a vederne il senso? Gli occhi poi, ripropongono fedelmente ciò che vedono? Se si ha la vista ma non si ha il cervello a cosa servono gli occhi? Spesso vengono utilizzati solo per “guardare” la differenza con gli altri. In molti casi gli occhi sono annebbiati dal proprio orgoglio quindi resi ciechi. La vista di sovente chiude gli occhi alla mente perché essa stessa ingannata. La vista dovrebbe servire per vedere le cose negative e non le convenienze positive. Gli occhi ci proiettano solo verso l’esterno ma per “vedere” nel nostro interno forse è necessario chiuderli.

21 ottobre 2009

L'essere vivente custode dell'amicizia e della fedeltà

Il cane uno di noi. E' ridicolo negare una verità evidente, così come affaticarsi troppo a difenderla. Nessuna verità pare a me più evidente di quella che le bestie sono dotate di pensiero e di ragione al pari degli uomini: gli argomenti sono a questo proposito così chiari che non sfuggono neppure agli stupidi ed agli ignoranti. (David Hume). O filosofi, abbiate tutti un cane. E prima di affermare qualsiasi cosa, guardate il vostro cane. Forse più di una vostra affermazione vi resterà allora nella penna. (Luigi Pirandello ).

Ai confini della realtà

L' emarginazione individuale è una situazione di disagio psichico e sociale dell' individuo caratterizzata da un non volontario isolamento individuale, ed è molto relazionata all'elemento del carattere psichico che è l’introversione, ed alla discriminazione. Tra le cause dell’emarginazione individuale abbiamo: Conflitto personale, conflitto familiare, conflitto sociale; Pregiudizi personali, culturali, di gruppo; Ignoranza delle situazioni o delle conseguenze di tali situazioni. Anche quando l'emarginazione ha come causa principale fattori di tipo economico, la responsabilità dei singoli e/o dei gruppi sociali e delle loro azioni o inazioni è da considerarsi un fattore attivo di produzione dell' emarginazione stessa. (Wikipedia) Dunque, se non ci sarebbe il cosiddetto gruppo o “cerchio della perfezione” formato solo da “brava gente” non esisterebbe l’emarginazione. Però, interessante….

Gli ostacoli della vita

Quante volte si cade nella vita, quante volte si cade da soli e quante per “spinte” o “sgambetti” ricevuti, quante volte ci si fa male e quante no, quante volte ci si rialza e quante altre no, quante volte vogliamo un aiuto per rialzarci e quante altre no, quante volte questo aiuto ci viene dato e quante altre no, quante volte pensiamo “ma perché sempre a me” e quante altre volte pensiamo “dai, non è successo nulla”, quante volte si impara dalle cadute e quante altre volte no, quante volte si piange dopo essere caduti e quante altre volte no, quante volte si ripensa alle cadute fatte e quante altre volte no, quante volte, forse troppe chissà. Cadere non significa “perdere” o essere deboli, cadere aiuta a crescere, a forgiare il nostro carattere e il nostro modo di pensare e ci guida con decisione verso la nostra “meta”. E poi, se si cade non si può “rimanere” a terra per molto tempo quindi prima ci si “rialza” e meglio è no?

20 ottobre 2009

Un piccolo testo sulla fede

Quando san Pietro, saltando dalla sua barca, si slanciava incontro al Salvatore, camminava con sicurezza sulle onde. Il vento soffiava con violenza. I flutti ora si sollevavano furiosamente, ora spalancavano gorghi profondi. L'abisso si apriva davanti all'Apostolo. Pietro tremò, esitò un secondo e subito cominciò ad affondare ... "Uomo di poca fede, gli disse Gesù, perché hai dubitato". Ecco la nostra storia. Nei nostri momenti di fervore, ci raccogliamo ai piedi del Maestro. Viene la tempesta e il pericolo assorbe la nostra attenzione. Allontaniamo gli sguardi da Nostro Signore per rivolgerli ansiosamente sulle nostre sofferenze e sui nostri pericoli. Esitiamo ... e subito affondiamo. La tentazione ci assale. Il dovere ci sembra gravoso, la sua austerità ci ripugna, il suo peso ci opprime. Fantasie inquietanti ci tormentano. La tempesta rimbomba nella nostra intelligenza, nella nostra sensibilità, nella nostra carne ... E noi perdiamo la testa; cadiamo nel peccato; cadiamo nello scoraggiamento, più pernicioso della stessa colpa. Anime senza fiducia, perché dubitiamo? La prova ci colpisce in mille maniere. I nostri affari temporali sono periclitanti, il nostro avvenire materiale ci inquieta. La malevolenza attacca la nostra reputazione. La morte spezza i vincoli dei nostri affetti più legittimi e più teneri ... E noi dimentichiamo quale cura paterna la Provvidenza ha di noi. Mormoriamo, ci ribelliamo: aumentano così le nostre difficoltà e l'amarezza dei nostri dolori. Anime senza fiducia, perché dubitiamo?

Il potere della Giustizia

C'è la Legge e, le leggi, le fanno in Parlamento perché, questo, detiene il potere legislativo, come previsto dalla nostra Costituzione!!! La quale, definisce anche chi esercita il potere giudiziario. E' la Magistratura, sia inquirente sia giudicante, che costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere. I Magistrati, titolari della funzione giurisdizionale, amministrano la Giustizia in nome del popolo italiano. Il Magistrato, quindi, non fa le leggi ma giudica sulla base di quanto le Leggi stabiliscono!!! - Dal dopoguerra al 2003 quattro milioni di persone sono state vittime di errori giudiziari o ingiusta detenzione o prosciolti perché il fatto non sussiste. Questo enorme numero è già vicino ai quattro milioni e mezzo, se esteso al tempo odierno. Per quantità si tratta dell’intera popolazione di Toscana e Umbria assieme. Ci si arriva con un’interpretazione ampia ma corretta di "errore giudiziario", che in senso stretto si verifica quando, dopo i tre gradi di giudizio, un condannato viene riconosciuto innocente in seguito a un nuovo processo, detto di revisione (...da internet). Liberi di giudicare ma la libertà, che fine fa la libertà? La giustizia è "uguale per tutti" e chi sbaglia è giusto che paghi, se sbaglia un giudice, cosa succede? Qualcosa non torna...

19 ottobre 2009

La vista della mente sognante

Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura e sta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! Tant'è amara che poco è più morte; ma per trattar del ben ch'i' vi trovai, dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte. Io non so ben ridir com'i' v'intrai, tant'era pien di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto,là dove terminava quella valleche m'avea di paura il cor compunto, guardai in alto, e vidi le sue spalle vestite già de' raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogne calle. Allor fu la paura un poco queta che nel lago del cor m'era durata la notte ch'i' passai con tanta pieta. D.C. - Inferno, Canto I, Versi 1 - 21

18 ottobre 2009

Uno, nessuno, centomila

Io sono; Tu sei; Egli è; Noi siamo; Voi siete; Essi sono. Tempo presente del verbo essere. Ma siamo sicuri di sapere chi siamo? Siamo sicuri che sappiamo con chi abbiamo a che fare? L'incognita è sempre quella: siamo ciò che siamo o siamo ciò che non siamo? Tra l'essere e il non essere qual'è meglio essere? Non sapere di essere è meglio di sapere di non essere? Per rispondere a queste domande scegliti la "persona" del verbo e poniti questa domanda: gli altri sono anch'io?

Presunzione d'innocenza

Quando non si hanno prove a volte bastano "tre" indizi per farne una, quando si hanno le prove non sempre si riesce ad ottenere giustizia, quando tutti gli indizi conducono verso la stessa "direzione" non sempre questa è la pista giusta, quando non si hanno dubbi si deve intervenire immediatamente ma quando si hanno dei dubbi, si deve aspettare proprio per garantire piena giustizia...

16 ottobre 2009

Aggrapparsi alle proprie certezze

Cosa sono le certezze? È vero che le nostre certezze influenzano il nostro modo di ragionare? Si può dire che le proprie certezze provengono dai dubbi che hanno coloro che ci circondano? Quale uomo è certo di essere superiore ad un altro uomo? Se le proprie certezze sono grandi quanto spazio rimarrà nei pensieri per i propri perché? La certezza non è altro che una convinzione che nasce dal dubbio. Per dire ancora qualcosa sulle certezze dell’uomo, cito i seguenti aforismi: «Se l'uomo vuole cominciare con certezze, allora finirà con dei dubbi ma, se sarà contento di cominciare con dei dubbi, allora finirà con certezze» (Francesco Bacone) - Non vi è certezza maggiore di squilibrio mentale che fare sempre la stessa cosa sperando che il risultato cambi. (Albert EINSTEIN)

Il distacco del legame

Nella nostra società, chi si trova di fronte a una depressione esistenziale o abbia idee di suicidio, viene in genere indirizzato ai professionisti della salute psichica, psicologi clinici, psichiatri e psicoterapeuti. Non sempre però l'individuo trae beneficio da questi incontri e può ricorrere ad altre alternative, come una fede religiosa, medicine "non convenzionali" ecc.. . Non credo esista una "cura giusta" per la disperazione esistenziale, perché dipende dalla sensibilità e predisposizione individuale. Esistono molte tipologie di “mal di vivere” e vari livelli di gravità, tuttavia esiste un “minimo comun denominatore”: l’affetto; il “cordone ombelicale” che serve per restare attaccati alla vita. Quando si perde il legame con il “mondo” circostante, si tenta di “tagliare” tutto ciò che ci lega a lui, quindi si va verso l’autodistruzione. Oggi è facile sentirsi “inutili” e “allontanati” ma occorre sapere che la vita, anche se ci appare dura e tetra, è l’unico modo per capire chi siamo e qual è il senso della nostra esistenza, quindi, si deve “cercare” quello che si è in ciò che si ha a disposizione, anche se ciò che si ha a disposizione è una malattia che tenta di spegnere la nostra “fiammella” vitale.

Le lingue della "società" onora..bile

Se di là sempre ben per noi si dice, di qua che dire e far per lor si puote da quei ch'hanno al voler buona radice? Ben si de' loro atar lavar le note che portar quinci, sì che, mondi e lievi, possano uscire a le stellate ruote. «Deh, se giustizia e pietà vi disgrievi tosto, sì che possiate muover l'ala, che secondo il disio vostro vi lievi, mostrate da qual mano inver' la scala si va più corto; e se c'è più d'un varco, quel ne 'nsegnate che men erto cala; ché questi che vien meco, per lo 'ncarco de la carne d'Adamo onde si veste, al montar sù, contra sua voglia, è parco». D. C. - Purgatorio, Canto XI, Versi 31 - 45

15 ottobre 2009

La realtà nascosta dai "sogni"

Ne l'ora che non può 'l calor diurno intepidar più 'l freddo de la luna, vinto da terra, e talor da Saturno, quando i geomanti lor Maggior Fortuna veggiono in oriente, innanzi a l'alba, surger per via che poco le sta bruna, mi venne in sogno una femmina balba, ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta, con le man monche, e di colore scialba. Io la mirava; e come 'l sol conforta le fredde membra che la notte aggrava, così lo sguardo mio le facea scorta la lingua, e poscia tutta la drizzava in poco d'ora, e lo smarrito volto, com'amor vuol, così le colorava. Poi ch'ell'avea 'l parlar così disciolto, cominciava a cantar sì, che con pena da lei avrei mio intento rivolto. D. C. - Purgatorio, Canto XIX, Versi 1 - 18

Malattia della psiche

La nostra mente è guidata da un sistema bi-logico di funzionamento (I. Matte Blanco), in pratica, è come se avessimo due sistemi di pensiero. Il primo, definito “sistema logico razionale” è caratterizzato dal pensiero cosciente l'"Io". Funziona secondo il principio di differenziazione, di distinzione, è in grado di classificare gli elementi della realtà, categorizzarli, metterli in relazione. L’altro, invece, comunemente detto “sistema inconscio”, ha una sua logica e finalità specifica che nulla hanno a che vedere col modo razionale. E' un modo di pensiero caratterizzato dal processo primario (principio di piacere) è intuitivo ed ha le caratteristiche del pensiero infantile a cui è fortemente legato. Infatti, nel nostro quotidiano, oltre che dare una spiegazione di ciò che ci accade e delle relazioni che instauriamo su una base logica tendiamo allo stesso tempo di investire la realtà con le nostre emozioni associandogli significati simbolici. Molto spesso interferisce con la nostra vita e può divenire incongruente ed insensato in alcuni momenti tanto da non riuscire a capire e dare significato alla nostra esistenza. Ed è lì che insorge la sofferenza psichica che spesso è fonte di malessere, sintomatologie o vere e proprie psicopatologie. Sapendo questo, ci si potrebbe chiedere: può un uomo che ha studiato la mente, “curare” un suo simile con problemi psicologici, avendo un sistema di funzionamento bi-logico? Lo psicofarmaco, si sa, inibisce alcuni "meccanismi" del cervello "ingannandolo", ma questo lo può curare? Chissà, forse un giorno la maggior parte delle psicopatologie non saranno più curate ma si “interverrà” direttamente sulle cause che le generano.

14 ottobre 2009

Viste diverse...

Preso nel suo complesso, il mondo è un mostro pieno di pregiudizi, affardellato di preconcetti, corrotto dalle cosiddette virtù; esso è un puritano e un fatuo. Il segreto della vita è l'arte di sfidarlo. Sfidare il mondo - ecco quale dovrebbe essere il nostro scopo, invece di vivere per accondiscendere alle sue pretese, come facciamo per lo più. Raramente si dicono verità che meritano di essere dette. Bisognerebbe scegliere le verità con la stessa cura con cui si scelgono le menzogne, e scegliere le nostre virtù con quella stessa cura che dedichiamo alla scelta dei nostri nemici. (Oscar Wilde)

13 ottobre 2009

La natura della vanità

Noi passavam su per l'ombre che adona la greve pioggia, e ponavam le piante sovra lor vanità che par persona. Veramente, però ch'a questo segno molto si mira e poco si discerne, dirò perché tal modo fu più degno. La divina bontà, che da sé sperne ogne livore, ardendo in sé, sfavilla sì che dispiega le bellezze etterne. Ciò che da lei sanza mezzo distilla non ha poi fine, perché non si move la sua imprenta quand'ella sigilla. Ciò che da essa sanza mezzo piove libero è tutto, perché non soggiace a la virtute de le cose nove. Più l'è conforme, e però più le piace; ché l'ardor santo ch'ogne cosa raggia, ne la più somigliante è più vivace. Di tutte queste dote s'avvantaggia l'umana creatura; e s'una manca, di sua nobilità convien che caggia. D.C. - Inferno, Canto VI, Versi 34 – 36 e Paradiso, Canto VII, Versi 61-79.

10 ottobre 2009

La luce che illumina la mente

«O sol che sani ogni vista turbata, tu mi contenti sì quando tu solvi, che, non men che saver, dubbiar m'aggrata. Ancora in dietro un poco ti rivolvi», diss'io, «là dove di' ch'usura offende la divina bontade, e 'l groppo solvi». «Filosofia», mi disse, «a chi la 'ntende, nota, non pure in una sola parte, come natura lo suo corso prende dal divino 'ntelletto e da sua arte; e se tu ben la tua Fisica note, tu troverai, non dopo molte carte, che l'arte vostra quella, quanto pote, segue, come 'l maestro fa 'l discente; sì che vostr'arte a Dio quasi è nepote. Da queste due, se tu ti rechi a mente lo Genesì dal principio, convene prender sua vita e avanzar la gente; e perché l'usuriere altra via tene, per sé natura e per la sua seguace dispregia, poi ch'in altro pon la spene. D.C. - Inferno, Canto XI, Versi 91 - 111

Ciò che sta in alto è uguale a ciò che sta in basso

"La conoscenza universale può essere rivelata solo ai nostri fratelli che hanno affrontato le nostre stesse prove. La verità va dosata a misura dell’intelletto, dissimulata ai deboli, che renderebbe pazzi, nascosta ai malvagi, che solo potrebbero afferrarne qualche frammento di cui farebbero arma letale. Racchiudila nel tuo cuore, e che essa parli attraverso le tue opere. La scienza sarà la tua forza; la fede la tua spada; e il silenzio la tua corazza impenetrabile." (Ermete Trimegisto)

L'invidia, l'odio e la rovina...

Or, perché mai non può da la salute amor del suo subietto volger viso, da l'odio proprio son le cose tute; e perché intender non si può diviso, e per sé stante, alcuno esser dal primo, da quello odiare ogne effetto è deciso. Resta, se dividendo bene stimo, che 'l mal che s'ama è del prossimo; ed esso amor nasce in tre modi in vostro limo. co chi, per esser suo vicin soppresso, spera eccellenza, e sol per questo brama ch'el sia di sua grandezza in basso messo; è chi podere, grazia, onore e fama teme di perder perch'altri sormonti, onde s'attrista sì che 'l contrario ama; ed è chi per ingiuria par ch'aonti, sì che si fa de la vendetta ghiotto, e tal convien che 'l male altrui impronti. Questo triforme amor qua giù di sotto si piange; or vo' che tu de l'altro intende, che corre al ben con ordine corrotto. Ciascun confusamente un bene apprende nel qual si queti l'animo, e disira; per che di giugner lui ciascun contende. D. C. - Purgatorio, Canto XVII, Versi 106 - 129

09 ottobre 2009

La verità che si scopre...

Nasce il sentimento nasce in mezzo al pianto e s'innalza altissimo e va e vola sulle accuse della gente a tutti i suoi retaggi indifferente sorretto da un anelito d'amore di vero amore........ La veste dei fantasmi del passato cadendo lascia il quadro immacolato e s'alza un vento tiepido d'amore di vero amore e riscopro te ............ E la verità si offre nuda a noi e limpida è l'immagine ormai .............. Nuove sensazioni giovani emozioni si esprimono purissime in noi. Parole estrapolate dal testo della canzone "Il mio canto libero" di Battisti - Mogol

La freddezza dell'umile pazienza

Veramente, però ch'a questo segno molto si mira e poco si discerne, dirò perché tal modo fu più degno. La divina bontà, che da sé sperne ogne livore, ardendo in sé, sfavillasì che dispiega le bellezze etterne. Ciò che da lei sanza mezzo distillanon ha poi fine, perché non si move la sua imprenta quand'ella sigilla. Ciò che da essa sanza mezzo piove libero è tutto, perché non soggiacea la virtute de le cose nove. Più l'è conforme, e però più le piace; ché l'ardor santo ch'ogne cosa raggia, ne la più somigliante è più vivace. Di tutte queste dote s'avvantaggia l 'umana creatura; e s'una manca, di sua nobilità convien che caggia. Solo il peccato è quel che la disfranca e falla dissìmile al sommo bene, per che del lume suo poco s'imbianca; e in sua dignità mai non rivene, se non riempie, dove colpa vòta, contra mal dilettar con giuste pene. D. C. - Paradiso, Canto VII, Versi 61 - 84

07 ottobre 2009

L'orgoglio osserva se stesso

Quest'è 'l principio là onde si piglia ragion di meritare in voi, secondo che buoni e rei amori accoglie e viglia. Tratto t'ho qui con ingegno e con arte; lo tuo piacere ormai prendi per duce; fuor se' de l'erte vie, fuor se' de l'arte. Vedi lo sol che 'n fronte ti riluce; vedi l'erbette, i fiori e li arbuscelli che qui la terra sol da sé produce. Mentre che vegnan lieti li occhi belli che, lagrimando, a te venir mi fenno, seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più né mio cenno; libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch'io te sovra te corono e mitrio». D. C. - Purgatorio, Canto XVIII, Versi 64 – 66 e Canto XXVII, Versi 130 - 142

23 settembre 2009

Ocio...

"Sappiamo che nel magnetismo comune il magnetizzatore comunica i fluidi al soggetto, e se il primo ha risvegliato queste forze può guarire il secondo. La trasmissione del fluido magnetico si fa, in genere, attraverso le mani o attraverso gli occhi, ma è necessario dire che non c’è conduttore più poderoso, mille volte più forte, mille volte superiore agli altri, del membro virile e della vulva come organi di ricezione. [...] Quando le coppie si magnetizzano reciprocamente le cose vanno bene e la felicità costruisce il suo nido nel focolare". (Mesmerismo)

22 settembre 2009

"Onestà intellettuale"

Color che ragionando andaro al fondo, s'accorser d'esta innata libertate; però moralità lasciaro al mondo. Ma dimmi, e come amico mi perdona se troppa sicurtà m'allarga il freno, e come amico omai meco ragiona: come poté trovar dentro al tuo seno loco avarizia, tra cotanto senno di quanto per tua cura fosti pieno?». Queste parole Stazio mover fenno un poco a riso pria; poscia rispuose: «Ogne tuo dir d'amor m'è caro cenno. Veramente più volte appaion cose che danno a dubitar falsa matera per le vere ragion che son nascose. La tua dimanda tuo creder m'avvera esser ch'i' fossi avaro in l'altra vita, forse per quella cerchia dov'io era. Or sappi ch'avarizia fu partita troppo da me, e questa dismisura migliaia di lunari hanno punita. E se non fosse ch'io drizzai mia cura, quand'io intesi là dove tu chiame, crucciato quasi a l'umana natura: "Per che non reggi tu, o sacra fame de l'oro, l'appetito de' mortali?", voltando sentirei le giostre grame. Allor m'accorsi che troppo aprir l'ali potean le mani a spendere, e pente'mi così di quel come de li altri mali. D.C. - Purgatorio, Canto XVIII, Versi 67 – 69 e Purgatorio, Canto XXII, Versi 19 - 45

12 settembre 2009

Belli..così

«La natura del mondo, che quieta il mezzo e tutto l'altro intorno move, quinci comincia come da sua meta; sì come di vapor gelati fiocca in giuso l'aere nostro, quando 'l corno de la capra del ciel col sol si tocca, non è suo moto per altro distinto, ma li altri son mensurati da questo, sì come diece da mezzo e da quinto; e come il tempo tegna in cotal testo le sue radici e ne li altri le fronde, mai a te può esser manifesto. Non fu nostra intenzion ch'a destra mano d'i nostri successor parte sedesse, parte da l'altra del popol cristiano; né che le chiavi che mi fuor concesse, divenisser signaculo in vessillo che contra battezzati combattesse; in vesta di pastor lupi rapaci si veggion di qua sù per tutti i paschi: lo viso mio seguiva i suoi sembianti, e seguì fin che 'l mezzo, per lo molto, li tolse il trapassar del più avanti. Da l'ora ch'io avea guardato prima i' vidi mosso me per tutto l'arco che fa dal mezzo al fine il primo clima; a che vil fine convien che tu caschi! D.C. - Paradiso, Canto XXVII, Versi 106-108; 67-69; 115-120; 46 - 51; 55-56; 73-75; 79-81; 60.

09 settembre 2009

Viaggio verso il futuro

Quest'ultima preghiera, segnor caro, già non si fa per noi, ché non bisogna, ma per color che dietro a noi restaro». «O Padre nostro, che ne' cieli stai, non circunscritto, ma per più amore ch'ai primi effetti di là sù tu hai, laudato sia 'l tuo nome e 'l tuo valore da ogni creatura, com'è degno di render grazie al tuo dolce vapore. Vegna ver' noi la pace del tuo regno, ché noi ad essa non potem da noi, s'ella non vien, con tutto nostro ingegno. Come del suo voler li angeli tuoi fan sacrificio a te, cantando osanna, così facciano li uomini de' suoi. Dà oggi a noi la cotidiana manna, sanza la qual per questo aspro diserto a retro va chi più di gir s'affanna. E come noi lo mal ch'avem sofferto perdoniamo a ciascuno, e tu perdona benigno, e non guardar lo nostro merto. Nostra virtù che di legger s'adona, non spermentar con l'antico avversaro, ma libera da lui che sì la sprona. D.C. - Purgatorio, Canto XI, Versi 22 - 24; e Purgatorio, Canto XI, Versi 1 - 21.

08 settembre 2009

Mors tua vita mea

Lo naturale è sempre sanza errore, ma l'altro puote errar per malo obietto o per troppo o per poco di vigore. Mentre ch'elli è nel primo ben diretto, e ne' secondi sé stesso misura, esser non può cagion di mal diletto; ma quando al mal si torce, o con più cura o con men che non dee corre nel bene, contra 'l fattore adovra sua fattura. Quinci comprender puoi ch'esser convene amor sementa in voi d'ogne virtute e d'ogne operazion che merta pene. Or, perché mai non può da la salute amor del suo subietto volger viso, da l'odio proprio son le cose tute; e perché intender non si può diviso, e per sé stante, alcuno esser dal primo, da quello odiare ogne effetto è deciso. Resta, se dividendo bene stimo, che 'l mal che s'ama è del prossimo; ed esso amor nasce in tre modi in vostro limo. Co chi, per esser suo vicin soppresso, spera eccellenza, e sol per questo brama ch'el sia di sua grandezza in basso messo; è chi podere, grazia, onore e fama teme di perder perch'altri sormonti, onde s'attrista sì che 'l contrario ama; ed è chi per ingiuria par ch'aonti, sì che si fa de la vendetta ghiotto, e tal convien che 'l male altrui impronti. D. C. - Purgatorio, Canto XVII, Versi 94 – 123

06 settembre 2009

Domande scelte

E' facile andare in discesa piuttosto che in salita, è facile camminare sulle "spalle" di qualcuno piuttosto che con le proprie gambe, è facile entrare da una porta aperta piuttosto che da una chiusa, è facile colpire una sagoma da vicino piuttosto che da lontano, è facile schierarsi con il più forte piuttosto che con il più debole, è facile parlare quando non si rischia di sbagliare, è facile troppo facile. In questi casi, ci si può chiedere se le facili scelte possono impedirci di raggiungere facilmente un buon traguardo oppure è troppo difficile?

Vaniloquio insalubre

Strano, "dicono" che spesso chi ascolta crede a quello che gli viene detto solo sulla base di "chi" e "come" glie lo ha detto e dalla "predisposizione" che ha chi ascolta nel credere a "chi" e al "come". Allora, se lo "dicono" perchè ci credono, c'è da crederci?

05 settembre 2009

L'Armonia x 1,618

Ogne forma sustanzial, che setta è da matera ed è con lei unita, specifica vertute ha in sé colletta, la qual sanza operar non è sentita, né si dimostra mai che per effetto, come per verdi fronde in pianta vita. Però, là onde vegna lo 'ntelletto de le prime notizie, omo non sape, e de' primi appetibili l'affetto, che sono in voi sì come studio in ape di far lo mele; e questa prima voglia merto di lode o di biasmo non cape. Or perché a questa ogn'altra si raccoglia, innata v'è la virtù che consiglia, e de l'assenso de' tener la soglia. D. C. - Purgatorio, Canto XVIII, Versi , 49 - 63 - Una piccola citazione: «La geometria ha due grandi tesori: uno è il teorema di Pitagora; l'altro è la divisione di un segmento secondo il rapporto medio ed estremo. Possiamo paragonare il primo a una certa quantità d'oro, e definire il secondo una pietra preziosa». (G. Keplero)

03 settembre 2009

La fiducia nel dubbio...

"E' pur convien che novità risponda" dicea fra me medesmo "al novo cenno che 'l maestro con l'occhio sì seconda". Ahi quanto cauti li uomini esser dienno presso a color che non veggion pur l'ovra, ma per entro i pensier miran col senno! El disse a me:«Tosto verrà di sovra ciò ch'io attendo e che il tuo pensier sogna: tosto convien ch'al tuo viso si scovra». Sempre a quel ver c'ha faccia di menzogna de' l'uom chiuder le labbra fin ch'el puote, però che sanza colpa fa vergogna; ma qui tacer nol posso; e per le note di questa comedìa, lettor, ti giuro, s'elle non sien di lunga grazia vòte, ch'i' vidi per quell'aere grosso e scuro venir notando una figura in suso, maravigliosa ad ogne cor sicuro, sì come torna colui che va giuso talora a solver l'àncora ch'aggrappa o scoglio o altro che nel mare è chiuso, che 'n sù si stende, e da piè si rattrappa. D. C. - Inferno, Canto XVI, Versi 115 - 136

Dire senza parlare

Alfa e O è di quanta scrittura. Quella medesma voce che paura tolta m'avea del sùbito abbarbaglio, di ragionare ancor mi mise in cura; e disse:«Certo a più angusto vaglio ti conviene schiarar: dicer convienti chi drizzò l'arco tuo a tal berzaglio». E io: «Per filosofici argomenti e per autorità che quinci scende cotale amor convien che in me si 'mprenti: ché 'l bene, in quanto ben, come s'intende, così accende amore, e tanto maggio quanto più di bontate in sé comprende. Dunque a l'essenza ov'è tanto avvantaggio, che ciascun ben che fuor di lei si trova altro non è ch'un lume di suo raggio, più che in altra convien che si mova la mente, amando, di ciascun che cerne il vero in che si fonda questa prova. D. C. - Paradiso, Canto XXVI, Versi 17; 19 - 36

01 settembre 2009

Guardare con gli occhi dei sogni

Lo ciel seguente, c'ha tante vedute, quell'esser parte per diverse essenze, da lui distratte e da lui contenute. Questi organi del mondo così vanno, come tu vedi omai, di grado in grado, che di sù prendono e di sotto fanno. E'l ciel cui tanti lumi fanno bello, de la mente profonda che lui volve prende l'image e fassene suggello. Virtù diversa fa diversa lega col prezioso corpo ch'ella avviva, nel qual, sì come vita in voi, si lega. Per la natura lieta onde deriva, la virtù mista per lo corpo luce come letizia per pupilla viva. Da essa vien ciò che da luce a luce par differente, non da denso e raro; essa è formal principio che produce, conforme a sua bontà, lo turbo e 'l chiaro». D. C. - Paradiso, Canto II, Versi 115-117; 121-123; 130-132; 139-148

La ripida salita sarà discesa...

E come quei ch'adopera ed estima, che sempre par che 'nnanzi si proveggia, così, levando me sù ver la cima d'un ronchione, avvisava un'altra scheggia dicendo: «Sovra quella poi t'aggrappa; ma tenta pria s'è tal ch'ella ti reggia». E se non fosse che da quel precinto più che da l'altro era la costa corta, non so di lui, ma io sarei ben vinto. La lena m'era del polmon sì munta quand'io fui sù, ch'i' non potea più oltre, anzi m'assisi ne la prima giunta. Più non dirò, e scuro so che parlo; ma poco tempo andrà, che ' tuoi vicini faranno sì che tu potrai chiosarlo. D.C. - Inferno, Canto XXIV, Versi 25 - 30; 34-36; 43- 45 e Purgatorio, Canto XI, Versi 139 - 141

31 agosto 2009

ET IN ARCADIA EGO

"Egli ed io discutemmo certe cose, che con comodo potrò spiegarvi in dettaglio. Cose che vi daranno, tramite Monsieur Poussin, vantaggi quali persino i Re stenterebbero grandemente a ottenere da lui e che, secondo la sua opinione, forse nessun altro riscoprirà mai più nei secoli futuri." Ecco una parte della lettera che un certo abate Louis Fouquet, inviò da Roma al fratello in Francia nel 1656, sovrintendente alle finanze del Re Luigi XIV. Nessuno è stato in grado di svelarne il significato. Si sa solo che il sovrano confiscò tutta la corrispondenza e fece incarcerare a vita il destinatario. A proposito, poi fece di tutto per acquisire una copia del quadro "I pastori dell'arcadia" di Nicolas Poussin.

Riverberi di donna

Questo non è: però è da vedere de l'altro; e s'elli avvien ch'io l'altro cassi, falsificato fia lo tuo parere. S'elli è che questo raro non trapassi, esser conviene un termine da onde lo suo contrario più passar non lassi; e indi l'altrui raggio si rifonde così come color torna per vetro lo qual di retro a sé piombo nasconde. Or dirai tu ch'el si dimostra tetro ivi lo raggio più che in altre parti, per esser lì refratto più a retro. Da questa instanza può deliberarti esperienza, se già mai la provi, ch'esser suol fonte ai rivi di vostr'arti. Tre specchi prenderai; e i due rimovi da te d'un modo, e l'altro, più rimosso, tr'ambo li primi li occhi tuoi ritrovi. Rivolto ad essi, fa che dopo il dosso ti stea un lume che i tre specchi accenda e torni a te da tutti ripercosso. Ben che nel quanto tanto non si stenda la vista più lontana, lì vedrai come convien ch'igualmente risplenda. Or, come ai colpi de li caldi rai de la neve riman nudo il suggetto e dal colore e dal freddo primai, così rimaso te ne l'intelletto voglio informar di luce sì vivace, che ti tremolerà nel suo aspetto. D.C. - Paradiso, Canto II, Versi 82 - 111

29 agosto 2009

Vercingetorix

In Gallia non esiste città, villaggio o gruppo sociale, anzi quasi nemmeno una casa privata senza fazioni politiche, capeggiate da personaggi da loro stimati particolarmente autorevoli, al cui giudizio e arbitrio sono rimessi tutti gli affari e le decisioni più importanti. Questa carica sembra sia stata istituita fin da tempi antichissimi affinché nessun plebeo mancasse di un appoggio contro chi è più potente di lui. Ognuno di quei capi infatti non permette che i suoi dipendenti vengano angariati o ingannati, altrimenti perde qualsiasi autorità nella sua cerchia. La stessa situazione si ripresenta nel complesso della Gallia, dove l'insieme delle nazioni risulta diviso in due partiti. De Bello Gallico VI, 2-5

Il bene e il male

«Voi siete nuovi, e forse perch'io rido», ma luce rende il salmo Delectasti, che puote disnebbiar vostro intelletto. E tu che se' dinanzi e mi pregasti, dì s'altro vuoli udir; ch'i' venni presta ad ogne tua question tanto che basti». L'un l'altro ha spento; ed è giunta la spada col pasturale, e l'un con l'altro insieme per viva forza mal convien che vada; però che, giunti, l'un l'altro non teme: se non mi credi, pon mente a la spiga, ch'ogn'erba si conosce per lo seme. D.C. - Purgatorio, Canto XXVIII, Versi 76 – 80; 81- 84; 104-114

28 agosto 2009

Violenta bontà

S'elli intende tornare a queste ruote l'onor de la influenza e 'l biasmo, forse in alcun vero suo arco percuote. L'altra dubitazion che ti commove ha men velen, però che sua malizia non ti poria menar da me altrove. Parere ingiusta la nostra giustizia ne li occhi d'i mortali, è argomento di fede e non d'eretica nequizia. Ma perché puote vostro accorgimento ben penetrare a questa veritate, come disiri, ti farò contento. Se violenza è quando quel che pate niente conferisce a quel che sforza, non fuor quest'alme per essa scusate; ché volontà, se non vuol, non s'ammorza, ma fa come natura face in foco, se mille volte violenza il torza. D. C. - Paradiso, Canto IV, Versi 58-60; 64 - 77

27 agosto 2009

La verità

Rispondi sinceramente a queste domande: Credi nella verità? Cos'è per te la verità? Hai sempre detto la verità? Perchè dire la verità? Hai mai detto delle menzogne? Perchè mentire? La verità e la menzogna fanno parte della stessa medaglia? E' vero che la verità e la menzogna sono divise da un "filo" sottile difficilmente percorribile? Quando la verità viene omessa è sempre menzogna? Quando tu menti sapendo di mentire sei veritiero? Quando invece dici la verità sei sempre creduto? Tu sei vero o sei finto? Sei veramente convinto che la verità fa parte dell'uomo? Se hai mentito a te stesso, fidati, sei molto credibile!

26 agosto 2009

Renegade

La colpa seguirà la parte offesa in grido, come suol; ma la vendetta fia testimonio al ver che la dispensa. Tu lascerai ogne cosa diletta più caramente; e questo è quello strale che l'arco de lo essilio pria saetta. Tu proverai si come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale. E quel che più ti graverà le spalle, sarà la compagnia malvagia e scempia con la qual tu cadrai in questa valle; che tutta ingrata, tutta matta ed empia si farà contr'a te; ma, poco appresso, ella, non tu, n'avrà rossa la tempia. D.C.-Paradiso, Canto XVII, Versi 52-66

25 agosto 2009

Limbo

Lume non è, se non vien dal sereno che non si turba mai; anzi è tenebra od ombra de la carne o suo veleno. Assai t'è mo aperta la latebra che t'ascondeva la giustizia viva, di che facei question cotanto crebra; ché tu dicevi: "Un uom nasce a la riva de l'Indo, e quivi non è chi ragioni di Cristo né chi legga né chi scriva; e tutti suoi voleri e atti buoni sono, quanto ragione umana vede, sanza peccato in vita o in sermoni. Muore non battezzato e sanza fede: ov'è questa giustizia che 'l condanna? Ov'è la colpa sua, se ei non crede?" Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna, per giudicar di lungi mille miglia con la veduta corta d'una spanna? Certo a colui che meco s'assottiglia, se la Scrittura sovra voi non fosse, da dubitar sarebbe a maraviglia. Oh terreni animali! oh menti grosse! La prima volontà, ch'è da sé buona, da sé, ch'è sommo ben, mai non si mosse. D.C. - Paradiso, Canto XIX, Versi 64 - 87

24 agosto 2009

Insieme di..visi

Ma guarda fiso là, e disviticchia col viso quel che vien sotto a quei sassi: o superbi cristian, miseri lassi, che, de la vista de la mente infermi, fidanza avete ne' retrosi passi, di che l'animo vostro in alto galla, poi siete quasi antomata in difetto, sì come vermo in cui formazion falla? Come per sostentar solaio o tetto, per mensola talvolta una figura così fatti vid'io color, quando puosi ben cura. Vero è che più e meno eran contratti secondo ch'avien più e meno a dosso; e qual più pazienza avea ne li atti, piangendo parea dicer: "Più non posso". D.C. - Purgatorio, Canto X, Versi 118-119; 121-123; 127-131; 135- 139

Lettura inversa..

  ..Il linguaggio globale, nuova causa della paura liquida..