15 ottobre 2009

La realtà nascosta dai "sogni"

Ne l'ora che non può 'l calor diurno intepidar più 'l freddo de la luna, vinto da terra, e talor da Saturno, quando i geomanti lor Maggior Fortuna veggiono in oriente, innanzi a l'alba, surger per via che poco le sta bruna, mi venne in sogno una femmina balba, ne li occhi guercia, e sovra i piè distorta, con le man monche, e di colore scialba. Io la mirava; e come 'l sol conforta le fredde membra che la notte aggrava, così lo sguardo mio le facea scorta la lingua, e poscia tutta la drizzava in poco d'ora, e lo smarrito volto, com'amor vuol, così le colorava. Poi ch'ell'avea 'l parlar così disciolto, cominciava a cantar sì, che con pena da lei avrei mio intento rivolto. D. C. - Purgatorio, Canto XIX, Versi 1 - 18

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