11 dicembre 2009

Seguir la dritta via "Per aspera ad veritatem"...


«Maestro mio», diss'io, «che via faremo?». Ed elli a me:«Nessun tuo passo caggia; pur su al monte dietro a me acquista, fin che n'appaia alcuna scorta saggia». Lo sommo er'alto che vincea la vista, e la costa superba più assai che da mezzo quadrante a centro lista. Io era lasso, quando cominciai: «O dolce padre, volgiti, e rimira com'io rimango sol, se non restai». «Figliuol mio», disse, «infin quivi ti tira», additandomi un balzo poco in sùe che da quel lato il poggio tutto gira. Sì mi spronaron le parole sue, ch'i' mi sforzai carpando appresso lui, tanto che 'l cinghio sotto i piè mi fue. Ond'elli a me:«Se Castore e Poluce fossero in compagnia di quello specchio che sù e giù del suo lume conduce, tu vedresti il Zodiaco rubecchio ancora a l'Orse più stretto rotare, se non uscisse fuor del cammin vecchio. Come ciò sia, se 'l vuoi poter pensare, dentro raccolto, imagina Siòn con questo monte in su la terra stare sì, ch'amendue hanno un solo orizzòn e diversi emisperi; onde la strada che mal non seppe carreggiar Fetòn, vedrai come a costui convien che vada da l'un, quando a colui da l'altro fianco, se lo 'ntelletto tuo ben chiaro bada». «Certo, maestro mio,», diss'io.- Divina Commedia - Purgatorio, Canto IV, Versi 36 – 51 e 61 - 76

Lettura inversa..

  ..Il linguaggio globale, nuova causa della paura liquida..