13 ottobre 2009

La natura della vanità

Noi passavam su per l'ombre che adona la greve pioggia, e ponavam le piante sovra lor vanità che par persona. Veramente, però ch'a questo segno molto si mira e poco si discerne, dirò perché tal modo fu più degno. La divina bontà, che da sé sperne ogne livore, ardendo in sé, sfavilla sì che dispiega le bellezze etterne. Ciò che da lei sanza mezzo distilla non ha poi fine, perché non si move la sua imprenta quand'ella sigilla. Ciò che da essa sanza mezzo piove libero è tutto, perché non soggiace a la virtute de le cose nove. Più l'è conforme, e però più le piace; ché l'ardor santo ch'ogne cosa raggia, ne la più somigliante è più vivace. Di tutte queste dote s'avvantaggia l'umana creatura; e s'una manca, di sua nobilità convien che caggia. D.C. - Inferno, Canto VI, Versi 34 – 36 e Paradiso, Canto VII, Versi 61-79.

10 ottobre 2009

La luce che illumina la mente

«O sol che sani ogni vista turbata, tu mi contenti sì quando tu solvi, che, non men che saver, dubbiar m'aggrata. Ancora in dietro un poco ti rivolvi», diss'io, «là dove di' ch'usura offende la divina bontade, e 'l groppo solvi». «Filosofia», mi disse, «a chi la 'ntende, nota, non pure in una sola parte, come natura lo suo corso prende dal divino 'ntelletto e da sua arte; e se tu ben la tua Fisica note, tu troverai, non dopo molte carte, che l'arte vostra quella, quanto pote, segue, come 'l maestro fa 'l discente; sì che vostr'arte a Dio quasi è nepote. Da queste due, se tu ti rechi a mente lo Genesì dal principio, convene prender sua vita e avanzar la gente; e perché l'usuriere altra via tene, per sé natura e per la sua seguace dispregia, poi ch'in altro pon la spene. D.C. - Inferno, Canto XI, Versi 91 - 111

Ciò che sta in alto è uguale a ciò che sta in basso

"La conoscenza universale può essere rivelata solo ai nostri fratelli che hanno affrontato le nostre stesse prove. La verità va dosata a misura dell’intelletto, dissimulata ai deboli, che renderebbe pazzi, nascosta ai malvagi, che solo potrebbero afferrarne qualche frammento di cui farebbero arma letale. Racchiudila nel tuo cuore, e che essa parli attraverso le tue opere. La scienza sarà la tua forza; la fede la tua spada; e il silenzio la tua corazza impenetrabile." (Ermete Trimegisto)

L'invidia, l'odio e la rovina...

Or, perché mai non può da la salute amor del suo subietto volger viso, da l'odio proprio son le cose tute; e perché intender non si può diviso, e per sé stante, alcuno esser dal primo, da quello odiare ogne effetto è deciso. Resta, se dividendo bene stimo, che 'l mal che s'ama è del prossimo; ed esso amor nasce in tre modi in vostro limo. co chi, per esser suo vicin soppresso, spera eccellenza, e sol per questo brama ch'el sia di sua grandezza in basso messo; è chi podere, grazia, onore e fama teme di perder perch'altri sormonti, onde s'attrista sì che 'l contrario ama; ed è chi per ingiuria par ch'aonti, sì che si fa de la vendetta ghiotto, e tal convien che 'l male altrui impronti. Questo triforme amor qua giù di sotto si piange; or vo' che tu de l'altro intende, che corre al ben con ordine corrotto. Ciascun confusamente un bene apprende nel qual si queti l'animo, e disira; per che di giugner lui ciascun contende. D. C. - Purgatorio, Canto XVII, Versi 106 - 129

09 ottobre 2009

La verità che si scopre...

Nasce il sentimento nasce in mezzo al pianto e s'innalza altissimo e va e vola sulle accuse della gente a tutti i suoi retaggi indifferente sorretto da un anelito d'amore di vero amore........ La veste dei fantasmi del passato cadendo lascia il quadro immacolato e s'alza un vento tiepido d'amore di vero amore e riscopro te ............ E la verità si offre nuda a noi e limpida è l'immagine ormai .............. Nuove sensazioni giovani emozioni si esprimono purissime in noi. Parole estrapolate dal testo della canzone "Il mio canto libero" di Battisti - Mogol

La freddezza dell'umile pazienza

Veramente, però ch'a questo segno molto si mira e poco si discerne, dirò perché tal modo fu più degno. La divina bontà, che da sé sperne ogne livore, ardendo in sé, sfavillasì che dispiega le bellezze etterne. Ciò che da lei sanza mezzo distillanon ha poi fine, perché non si move la sua imprenta quand'ella sigilla. Ciò che da essa sanza mezzo piove libero è tutto, perché non soggiacea la virtute de le cose nove. Più l'è conforme, e però più le piace; ché l'ardor santo ch'ogne cosa raggia, ne la più somigliante è più vivace. Di tutte queste dote s'avvantaggia l 'umana creatura; e s'una manca, di sua nobilità convien che caggia. Solo il peccato è quel che la disfranca e falla dissìmile al sommo bene, per che del lume suo poco s'imbianca; e in sua dignità mai non rivene, se non riempie, dove colpa vòta, contra mal dilettar con giuste pene. D. C. - Paradiso, Canto VII, Versi 61 - 84

07 ottobre 2009

L'orgoglio osserva se stesso

Quest'è 'l principio là onde si piglia ragion di meritare in voi, secondo che buoni e rei amori accoglie e viglia. Tratto t'ho qui con ingegno e con arte; lo tuo piacere ormai prendi per duce; fuor se' de l'erte vie, fuor se' de l'arte. Vedi lo sol che 'n fronte ti riluce; vedi l'erbette, i fiori e li arbuscelli che qui la terra sol da sé produce. Mentre che vegnan lieti li occhi belli che, lagrimando, a te venir mi fenno, seder ti puoi e puoi andar tra elli. Non aspettar mio dir più né mio cenno; libero, dritto e sano è tuo arbitrio, e fallo fora non fare a suo senno: per ch'io te sovra te corono e mitrio». D. C. - Purgatorio, Canto XVIII, Versi 64 – 66 e Canto XXVII, Versi 130 - 142

23 settembre 2009

Ocio...

"Sappiamo che nel magnetismo comune il magnetizzatore comunica i fluidi al soggetto, e se il primo ha risvegliato queste forze può guarire il secondo. La trasmissione del fluido magnetico si fa, in genere, attraverso le mani o attraverso gli occhi, ma è necessario dire che non c’è conduttore più poderoso, mille volte più forte, mille volte superiore agli altri, del membro virile e della vulva come organi di ricezione. [...] Quando le coppie si magnetizzano reciprocamente le cose vanno bene e la felicità costruisce il suo nido nel focolare". (Mesmerismo)

22 settembre 2009

"Onestà intellettuale"

Color che ragionando andaro al fondo, s'accorser d'esta innata libertate; però moralità lasciaro al mondo. Ma dimmi, e come amico mi perdona se troppa sicurtà m'allarga il freno, e come amico omai meco ragiona: come poté trovar dentro al tuo seno loco avarizia, tra cotanto senno di quanto per tua cura fosti pieno?». Queste parole Stazio mover fenno un poco a riso pria; poscia rispuose: «Ogne tuo dir d'amor m'è caro cenno. Veramente più volte appaion cose che danno a dubitar falsa matera per le vere ragion che son nascose. La tua dimanda tuo creder m'avvera esser ch'i' fossi avaro in l'altra vita, forse per quella cerchia dov'io era. Or sappi ch'avarizia fu partita troppo da me, e questa dismisura migliaia di lunari hanno punita. E se non fosse ch'io drizzai mia cura, quand'io intesi là dove tu chiame, crucciato quasi a l'umana natura: "Per che non reggi tu, o sacra fame de l'oro, l'appetito de' mortali?", voltando sentirei le giostre grame. Allor m'accorsi che troppo aprir l'ali potean le mani a spendere, e pente'mi così di quel come de li altri mali. D.C. - Purgatorio, Canto XVIII, Versi 67 – 69 e Purgatorio, Canto XXII, Versi 19 - 45

12 settembre 2009

Belli..così

«La natura del mondo, che quieta il mezzo e tutto l'altro intorno move, quinci comincia come da sua meta; sì come di vapor gelati fiocca in giuso l'aere nostro, quando 'l corno de la capra del ciel col sol si tocca, non è suo moto per altro distinto, ma li altri son mensurati da questo, sì come diece da mezzo e da quinto; e come il tempo tegna in cotal testo le sue radici e ne li altri le fronde, mai a te può esser manifesto. Non fu nostra intenzion ch'a destra mano d'i nostri successor parte sedesse, parte da l'altra del popol cristiano; né che le chiavi che mi fuor concesse, divenisser signaculo in vessillo che contra battezzati combattesse; in vesta di pastor lupi rapaci si veggion di qua sù per tutti i paschi: lo viso mio seguiva i suoi sembianti, e seguì fin che 'l mezzo, per lo molto, li tolse il trapassar del più avanti. Da l'ora ch'io avea guardato prima i' vidi mosso me per tutto l'arco che fa dal mezzo al fine il primo clima; a che vil fine convien che tu caschi! D.C. - Paradiso, Canto XXVII, Versi 106-108; 67-69; 115-120; 46 - 51; 55-56; 73-75; 79-81; 60.

09 settembre 2009

Viaggio verso il futuro

Quest'ultima preghiera, segnor caro, già non si fa per noi, ché non bisogna, ma per color che dietro a noi restaro». «O Padre nostro, che ne' cieli stai, non circunscritto, ma per più amore ch'ai primi effetti di là sù tu hai, laudato sia 'l tuo nome e 'l tuo valore da ogni creatura, com'è degno di render grazie al tuo dolce vapore. Vegna ver' noi la pace del tuo regno, ché noi ad essa non potem da noi, s'ella non vien, con tutto nostro ingegno. Come del suo voler li angeli tuoi fan sacrificio a te, cantando osanna, così facciano li uomini de' suoi. Dà oggi a noi la cotidiana manna, sanza la qual per questo aspro diserto a retro va chi più di gir s'affanna. E come noi lo mal ch'avem sofferto perdoniamo a ciascuno, e tu perdona benigno, e non guardar lo nostro merto. Nostra virtù che di legger s'adona, non spermentar con l'antico avversaro, ma libera da lui che sì la sprona. D.C. - Purgatorio, Canto XI, Versi 22 - 24; e Purgatorio, Canto XI, Versi 1 - 21.

08 settembre 2009

Mors tua vita mea

Lo naturale è sempre sanza errore, ma l'altro puote errar per malo obietto o per troppo o per poco di vigore. Mentre ch'elli è nel primo ben diretto, e ne' secondi sé stesso misura, esser non può cagion di mal diletto; ma quando al mal si torce, o con più cura o con men che non dee corre nel bene, contra 'l fattore adovra sua fattura. Quinci comprender puoi ch'esser convene amor sementa in voi d'ogne virtute e d'ogne operazion che merta pene. Or, perché mai non può da la salute amor del suo subietto volger viso, da l'odio proprio son le cose tute; e perché intender non si può diviso, e per sé stante, alcuno esser dal primo, da quello odiare ogne effetto è deciso. Resta, se dividendo bene stimo, che 'l mal che s'ama è del prossimo; ed esso amor nasce in tre modi in vostro limo. Co chi, per esser suo vicin soppresso, spera eccellenza, e sol per questo brama ch'el sia di sua grandezza in basso messo; è chi podere, grazia, onore e fama teme di perder perch'altri sormonti, onde s'attrista sì che 'l contrario ama; ed è chi per ingiuria par ch'aonti, sì che si fa de la vendetta ghiotto, e tal convien che 'l male altrui impronti. D. C. - Purgatorio, Canto XVII, Versi 94 – 123

06 settembre 2009

Domande scelte

E' facile andare in discesa piuttosto che in salita, è facile camminare sulle "spalle" di qualcuno piuttosto che con le proprie gambe, è facile entrare da una porta aperta piuttosto che da una chiusa, è facile colpire una sagoma da vicino piuttosto che da lontano, è facile schierarsi con il più forte piuttosto che con il più debole, è facile parlare quando non si rischia di sbagliare, è facile troppo facile. In questi casi, ci si può chiedere se le facili scelte possono impedirci di raggiungere facilmente un buon traguardo oppure è troppo difficile?

Vaniloquio insalubre

Strano, "dicono" che spesso chi ascolta crede a quello che gli viene detto solo sulla base di "chi" e "come" glie lo ha detto e dalla "predisposizione" che ha chi ascolta nel credere a "chi" e al "come". Allora, se lo "dicono" perchè ci credono, c'è da crederci?

05 settembre 2009

L'Armonia x 1,618

Ogne forma sustanzial, che setta è da matera ed è con lei unita, specifica vertute ha in sé colletta, la qual sanza operar non è sentita, né si dimostra mai che per effetto, come per verdi fronde in pianta vita. Però, là onde vegna lo 'ntelletto de le prime notizie, omo non sape, e de' primi appetibili l'affetto, che sono in voi sì come studio in ape di far lo mele; e questa prima voglia merto di lode o di biasmo non cape. Or perché a questa ogn'altra si raccoglia, innata v'è la virtù che consiglia, e de l'assenso de' tener la soglia. D. C. - Purgatorio, Canto XVIII, Versi , 49 - 63 - Una piccola citazione: «La geometria ha due grandi tesori: uno è il teorema di Pitagora; l'altro è la divisione di un segmento secondo il rapporto medio ed estremo. Possiamo paragonare il primo a una certa quantità d'oro, e definire il secondo una pietra preziosa». (G. Keplero)

03 settembre 2009

La fiducia nel dubbio...

"E' pur convien che novità risponda" dicea fra me medesmo "al novo cenno che 'l maestro con l'occhio sì seconda". Ahi quanto cauti li uomini esser dienno presso a color che non veggion pur l'ovra, ma per entro i pensier miran col senno! El disse a me:«Tosto verrà di sovra ciò ch'io attendo e che il tuo pensier sogna: tosto convien ch'al tuo viso si scovra». Sempre a quel ver c'ha faccia di menzogna de' l'uom chiuder le labbra fin ch'el puote, però che sanza colpa fa vergogna; ma qui tacer nol posso; e per le note di questa comedìa, lettor, ti giuro, s'elle non sien di lunga grazia vòte, ch'i' vidi per quell'aere grosso e scuro venir notando una figura in suso, maravigliosa ad ogne cor sicuro, sì come torna colui che va giuso talora a solver l'àncora ch'aggrappa o scoglio o altro che nel mare è chiuso, che 'n sù si stende, e da piè si rattrappa. D. C. - Inferno, Canto XVI, Versi 115 - 136

Dire senza parlare

Alfa e O è di quanta scrittura. Quella medesma voce che paura tolta m'avea del sùbito abbarbaglio, di ragionare ancor mi mise in cura; e disse:«Certo a più angusto vaglio ti conviene schiarar: dicer convienti chi drizzò l'arco tuo a tal berzaglio». E io: «Per filosofici argomenti e per autorità che quinci scende cotale amor convien che in me si 'mprenti: ché 'l bene, in quanto ben, come s'intende, così accende amore, e tanto maggio quanto più di bontate in sé comprende. Dunque a l'essenza ov'è tanto avvantaggio, che ciascun ben che fuor di lei si trova altro non è ch'un lume di suo raggio, più che in altra convien che si mova la mente, amando, di ciascun che cerne il vero in che si fonda questa prova. D. C. - Paradiso, Canto XXVI, Versi 17; 19 - 36

01 settembre 2009

Guardare con gli occhi dei sogni

Lo ciel seguente, c'ha tante vedute, quell'esser parte per diverse essenze, da lui distratte e da lui contenute. Questi organi del mondo così vanno, come tu vedi omai, di grado in grado, che di sù prendono e di sotto fanno. E'l ciel cui tanti lumi fanno bello, de la mente profonda che lui volve prende l'image e fassene suggello. Virtù diversa fa diversa lega col prezioso corpo ch'ella avviva, nel qual, sì come vita in voi, si lega. Per la natura lieta onde deriva, la virtù mista per lo corpo luce come letizia per pupilla viva. Da essa vien ciò che da luce a luce par differente, non da denso e raro; essa è formal principio che produce, conforme a sua bontà, lo turbo e 'l chiaro». D. C. - Paradiso, Canto II, Versi 115-117; 121-123; 130-132; 139-148

La ripida salita sarà discesa...

E come quei ch'adopera ed estima, che sempre par che 'nnanzi si proveggia, così, levando me sù ver la cima d'un ronchione, avvisava un'altra scheggia dicendo: «Sovra quella poi t'aggrappa; ma tenta pria s'è tal ch'ella ti reggia». E se non fosse che da quel precinto più che da l'altro era la costa corta, non so di lui, ma io sarei ben vinto. La lena m'era del polmon sì munta quand'io fui sù, ch'i' non potea più oltre, anzi m'assisi ne la prima giunta. Più non dirò, e scuro so che parlo; ma poco tempo andrà, che ' tuoi vicini faranno sì che tu potrai chiosarlo. D.C. - Inferno, Canto XXIV, Versi 25 - 30; 34-36; 43- 45 e Purgatorio, Canto XI, Versi 139 - 141

31 agosto 2009

ET IN ARCADIA EGO

"Egli ed io discutemmo certe cose, che con comodo potrò spiegarvi in dettaglio. Cose che vi daranno, tramite Monsieur Poussin, vantaggi quali persino i Re stenterebbero grandemente a ottenere da lui e che, secondo la sua opinione, forse nessun altro riscoprirà mai più nei secoli futuri." Ecco una parte della lettera che un certo abate Louis Fouquet, inviò da Roma al fratello in Francia nel 1656, sovrintendente alle finanze del Re Luigi XIV. Nessuno è stato in grado di svelarne il significato. Si sa solo che il sovrano confiscò tutta la corrispondenza e fece incarcerare a vita il destinatario. A proposito, poi fece di tutto per acquisire una copia del quadro "I pastori dell'arcadia" di Nicolas Poussin.

Riverberi di donna

Questo non è: però è da vedere de l'altro; e s'elli avvien ch'io l'altro cassi, falsificato fia lo tuo parere. S'elli è che questo raro non trapassi, esser conviene un termine da onde lo suo contrario più passar non lassi; e indi l'altrui raggio si rifonde così come color torna per vetro lo qual di retro a sé piombo nasconde. Or dirai tu ch'el si dimostra tetro ivi lo raggio più che in altre parti, per esser lì refratto più a retro. Da questa instanza può deliberarti esperienza, se già mai la provi, ch'esser suol fonte ai rivi di vostr'arti. Tre specchi prenderai; e i due rimovi da te d'un modo, e l'altro, più rimosso, tr'ambo li primi li occhi tuoi ritrovi. Rivolto ad essi, fa che dopo il dosso ti stea un lume che i tre specchi accenda e torni a te da tutti ripercosso. Ben che nel quanto tanto non si stenda la vista più lontana, lì vedrai come convien ch'igualmente risplenda. Or, come ai colpi de li caldi rai de la neve riman nudo il suggetto e dal colore e dal freddo primai, così rimaso te ne l'intelletto voglio informar di luce sì vivace, che ti tremolerà nel suo aspetto. D.C. - Paradiso, Canto II, Versi 82 - 111

29 agosto 2009

Vercingetorix

In Gallia non esiste città, villaggio o gruppo sociale, anzi quasi nemmeno una casa privata senza fazioni politiche, capeggiate da personaggi da loro stimati particolarmente autorevoli, al cui giudizio e arbitrio sono rimessi tutti gli affari e le decisioni più importanti. Questa carica sembra sia stata istituita fin da tempi antichissimi affinché nessun plebeo mancasse di un appoggio contro chi è più potente di lui. Ognuno di quei capi infatti non permette che i suoi dipendenti vengano angariati o ingannati, altrimenti perde qualsiasi autorità nella sua cerchia. La stessa situazione si ripresenta nel complesso della Gallia, dove l'insieme delle nazioni risulta diviso in due partiti. De Bello Gallico VI, 2-5

Il bene e il male

«Voi siete nuovi, e forse perch'io rido», ma luce rende il salmo Delectasti, che puote disnebbiar vostro intelletto. E tu che se' dinanzi e mi pregasti, dì s'altro vuoli udir; ch'i' venni presta ad ogne tua question tanto che basti». L'un l'altro ha spento; ed è giunta la spada col pasturale, e l'un con l'altro insieme per viva forza mal convien che vada; però che, giunti, l'un l'altro non teme: se non mi credi, pon mente a la spiga, ch'ogn'erba si conosce per lo seme. D.C. - Purgatorio, Canto XXVIII, Versi 76 – 80; 81- 84; 104-114

28 agosto 2009

Violenta bontà

S'elli intende tornare a queste ruote l'onor de la influenza e 'l biasmo, forse in alcun vero suo arco percuote. L'altra dubitazion che ti commove ha men velen, però che sua malizia non ti poria menar da me altrove. Parere ingiusta la nostra giustizia ne li occhi d'i mortali, è argomento di fede e non d'eretica nequizia. Ma perché puote vostro accorgimento ben penetrare a questa veritate, come disiri, ti farò contento. Se violenza è quando quel che pate niente conferisce a quel che sforza, non fuor quest'alme per essa scusate; ché volontà, se non vuol, non s'ammorza, ma fa come natura face in foco, se mille volte violenza il torza. D. C. - Paradiso, Canto IV, Versi 58-60; 64 - 77

27 agosto 2009

La verità

Rispondi sinceramente a queste domande: Credi nella verità? Cos'è per te la verità? Hai sempre detto la verità? Perchè dire la verità? Hai mai detto delle menzogne? Perchè mentire? La verità e la menzogna fanno parte della stessa medaglia? E' vero che la verità e la menzogna sono divise da un "filo" sottile difficilmente percorribile? Quando la verità viene omessa è sempre menzogna? Quando tu menti sapendo di mentire sei veritiero? Quando invece dici la verità sei sempre creduto? Tu sei vero o sei finto? Sei veramente convinto che la verità fa parte dell'uomo? Se hai mentito a te stesso, fidati, sei molto credibile!

26 agosto 2009

Renegade

La colpa seguirà la parte offesa in grido, come suol; ma la vendetta fia testimonio al ver che la dispensa. Tu lascerai ogne cosa diletta più caramente; e questo è quello strale che l'arco de lo essilio pria saetta. Tu proverai si come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale. E quel che più ti graverà le spalle, sarà la compagnia malvagia e scempia con la qual tu cadrai in questa valle; che tutta ingrata, tutta matta ed empia si farà contr'a te; ma, poco appresso, ella, non tu, n'avrà rossa la tempia. D.C.-Paradiso, Canto XVII, Versi 52-66

25 agosto 2009

Limbo

Lume non è, se non vien dal sereno che non si turba mai; anzi è tenebra od ombra de la carne o suo veleno. Assai t'è mo aperta la latebra che t'ascondeva la giustizia viva, di che facei question cotanto crebra; ché tu dicevi: "Un uom nasce a la riva de l'Indo, e quivi non è chi ragioni di Cristo né chi legga né chi scriva; e tutti suoi voleri e atti buoni sono, quanto ragione umana vede, sanza peccato in vita o in sermoni. Muore non battezzato e sanza fede: ov'è questa giustizia che 'l condanna? Ov'è la colpa sua, se ei non crede?" Or tu chi se', che vuo' sedere a scranna, per giudicar di lungi mille miglia con la veduta corta d'una spanna? Certo a colui che meco s'assottiglia, se la Scrittura sovra voi non fosse, da dubitar sarebbe a maraviglia. Oh terreni animali! oh menti grosse! La prima volontà, ch'è da sé buona, da sé, ch'è sommo ben, mai non si mosse. D.C. - Paradiso, Canto XIX, Versi 64 - 87

24 agosto 2009

Insieme di..visi

Ma guarda fiso là, e disviticchia col viso quel che vien sotto a quei sassi: o superbi cristian, miseri lassi, che, de la vista de la mente infermi, fidanza avete ne' retrosi passi, di che l'animo vostro in alto galla, poi siete quasi antomata in difetto, sì come vermo in cui formazion falla? Come per sostentar solaio o tetto, per mensola talvolta una figura così fatti vid'io color, quando puosi ben cura. Vero è che più e meno eran contratti secondo ch'avien più e meno a dosso; e qual più pazienza avea ne li atti, piangendo parea dicer: "Più non posso". D.C. - Purgatorio, Canto X, Versi 118-119; 121-123; 127-131; 135- 139

23 agosto 2009

Immagini ingannevoli

E com'io mi rivolsi e furon tocchi li miei da ciò che pare in quel volume, quandunque nel suo giro ben s'adocchi, un punto vidi che raggiava lume acuto sì, che 'l viso ch'elli affoca chiuder conviensi per lo forte acume; e quale stella par quinci più poca, parrebbe luna, locata con esso come stella con stella si collòca. Forse cotanto quanto pare appresso alo cigner la luce che 'l dipigne quando 'l vapor che 'l porta più è spesso, distante intorno al punto un cerchio d'igne si girava sì ratto, ch'avria vinto quel moto che più tosto il mondo cigne; e questo era d'un altro circumcinto, e quel dal terzo, e 'l terzo poi dal quarto, dal quinto il quarto, e poi dal sesto il quinto. D.C. - Paradiso, Canto XXVIII, Versi 13 - 30

21 agosto 2009

Pecore

Come le pecorelle escon del chiuso a una, a due, a tre, e l'altre stanno timidette atterrando l'occhio e 'l muso; e ciò che fa la prima, e l'altre fanno, addossandosi a lei, s'ella s'arresta, semplici e quete, e lo 'mperché non sanno; sì vid'io muovere a venir la testa di quella mandra fortunata allotta, pudica in faccia e ne l'andare onesta. D. C. - Purgatorio, Canto III, Versi 79 - 87

20 agosto 2009

Avvistato Bol in "panne"

E' stato "avvistato" un Bol "parcheggiato" in un campo di grano, dove poco prima era stato "disegnato" un bellissimo cerchio con grande precisione e con molta fantasia geometrica. E' una bufala oppure è la verità? Questa è l'immagine, che ne dite? Sta di fatto che della sfera non si è saputo nulla, forse perchè messa li da qualche buontempone oppure perchè le autorità competenti l'hanno subito prelevata e messa allo studio? Ora che si è venuto a sapere, qualcuno approfondirà l'argomento e forse un giorno, sapremo se le Bol possono essere utilizzate per fare l'albero di natale oppure, essendo degli UFO, essere utilizzate per comunicare con gli extraterrestri....

Lega del filo d'oro

Un saluto speciale a tutti i bambini i ragazzi e gli adulti che sono ospiti negli istituti della Lega del Filo d'Oro (ONLUS) e a tutti i familiari e amici che "lottano" ogni giorno per veder sorridere i loro figli. Vi chiediamo scusa se a volte siamo rimasti "muti" di fronte alle vostre "domande", "sordi" di fronte alle vostre "richieste" e "ciechi" di fronte alle vostre "esigenze" ma soprattutto, vi chiediamo scusa per aver "dimenticato" il linguaggio universale, quello dell'amore. A volte basta una carezza o un piccolo gesto per farsi capire, quindi chi può lo faccia. FARE UNA DICHIARAZIONE D'AMORE non costa nulla, ricordati della Lega del Filo d'Oro nella dichiarazione dei redditi: codice fiscale 80003150424. Per maggiori informazioni http://www.legadelfilodoro.it/page.asp?page=144 . GRAZIE!

Disparità

E se licito m'è, o sommo Giove che fosti in terra per noi crucifisso, son li giusti occhi tuoi rivolti altrove? O è preparazion che ne l'abisso del tuo consiglio fai per alcun bene in tutto de l'accorger nostro scisso? D.C. - Purgatorio, Canto VI, Versi 118 - 123

19 agosto 2009

La coscienza

Chi non distingue il bene dal male? Chi non sa qual'è la via giusta? Chi non sa cosa ha di fronte? Chi non sa ascoltare la "voce" della propria coscienza? Chi non ha colpe? Cos'è il senso di colpa? Guardando questa foto il nostro cervello "archivia" sotto la voce "soffrire la fame" ma forse, più che fame, dagli occhi di queste povere creature, traspare una grande sete, la sete di giustizia. Solo per ricordare, un giorno "qualcuno" disse: "Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.

La libertà

Chi ricerca la libertà è prigioniero di se stesso, chi si sente libero è vittima della sua immaginazione, chi sa cosè la libertà non può raggiungerla, chi crede di donare la libertà è in mano al suo potere, chi pensa di avere la libertà è schiavo della solitudine, la libertà non è altro che il riflesso immaginario di un pensiero incatenato, la libertà è un'illusione che si ha quando si soffre la restrizione, la libertà è il sogno che ha chi soffrire non sa!

18 agosto 2009

Accordi di non belligeranza

Da questa tema acciò che tu ti solve, dirotti perch'io venni e quel ch'io 'ntesi nel primo punto che di te mi dolve. Apri la mente a quel ch'io ti paleso e fermalvi entro; ché non fa scienza, sanza lo ritenere, avere inteso. Due cose si convegnono a l'essenza di questo sacrificio: l'una è quella di che si fa; l'altr'è la convenenza. D.C. - Inferno, Canto II, Versi 49 - 51 e Paradiso, Canto V, Versi 40 - 45

Non fidarti mai

Allor fec'io come color che vanno con cosa in capo non da lor saputa, se non che' cenni altrui sospecciar fanno; per che la mano ad accertar s'aiuta, e cerca e truova e quello officio adempie che non si può fornir per la veduta; e con le dita de la destra scempie trovai pur sei le lettere che 'ncise quel da le chiavi a me sovra le tempie: a che guardando, il mio duca sorrise. Divina Commedia - Purgatorio, Canto XII, Versi 127 - 136

Il traguardo dei calunniatori

Tutti son pien di spirti maladetti; ma perché poi ti basti pur la vista, intendi come e perché son costretti. D'ogne malizia, ch'odio in cielo acquista, ingiuria è 'l fine, ed ogne fin cotale o con forza o con frode altrui contrista. Ma perché frode è de l'uom proprio male, più spiace a Dio; e però stan di sotto li frodolenti, e più dolor li assale. D.C. - Inferno, Canto XI, Versi 19 - 27

17 agosto 2009

Navigar fino all'approdo

Tutte le stelle già de l'altro polo vedea la notte e 'l nostro tanto basso, che non surgea fuor del marin suolo. Cinque volte racceso e tante casso lo lume era di sotto da la luna, poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo, quando n'apparve una montagna, bruna per la distanza, e parvemi alta tanto quanto veduta non avea alcuna. Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto, ché de la nova terra un turbo nacque, e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fé girar con tutte l'acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giù, com'altrui piacque, infin che 'l mar fu sovra noi richiuso. D.C. - Inferno, Canto XXVI, Versi 127 - 142

Mosaico letterario

Se tu se' or, lettore, a creder lento ciò ch'io dirò, non sarà maraviglia, ché io che 'l vidi, a pena il mi consento. Mostrarsi dunque in cinque volte settevocali e consonanti; e io notai le parti sì, come mi parver dette."DILIGITE IUSTITIAM", primai fur verbo e nome di tutto 'l dipinto; "QUI IUDICATIS TERRAM", fur sezzai. Poscia ne l'emme del vocabol quinto rimasero ordinate; sì che Giove pareva argento lì d'oro distinto. D.C. - Inferno, canto XXV, versi 46-48 e Paradiso, Canto XVIII, Versi 88 - 96

13 agosto 2009

Convinzioni personali

"Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l'etterno dolore, per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore: fecemi la divina podestate, la somma sapienza e 'l primo amore. Dinanzi a me non fuor cose createse non etterne, e io etterno duro. Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate". D. C.-Inferno, Canto III, Versi 4-9

11 agosto 2009

Punti di vista

A volte, dall'ottica di un cieco si possono intravedere orizzonti lontani, talmente lontani che spesso sfuggono agli occhi di chi ci vede benissimo!

10 agosto 2009

La felicità

Raggiungere la felicità è uno degli obiettivi principali dell'uomo, essere felice per molti significa essere belli e ammirati, avere soldi e potere, tanti amici ed amiche, essere al centro dell''attenzione e, chi più ne ha più ne metta. Già, a chi non piacerebbe tutto questo? Si, però queste cose danno la "felicità" se sono tutte insieme, infatti avere solo soldi e non avere amici, il successo e una famiglia non implica l'essere felici. "Idem con patate" se si hanno amici, famiglia e potere ma non si ha la salute. Allora mi chiedo: esiste la felicità? E se esiste è per sempre? E poi, è proprio questa la felicità che noi cerchiamo? Ed infine, se si vive una vita felice, alla fine cosa rimane se non la tristezza per dover perdere tutto di nuovo? Allora siate felici nella vostra infelicità, perchè questa felicità difficilmente la si può raggiungere e, qualora ci si riuscisse, di sicuro un giorno ci abbandonerà...

08 agosto 2009

Certezze...

Se le nostre fragilità servono per farci capire come diventare più forti, la nostra forza deve servirci per capire quanto siamo fragili, poichè nella quotidianità i nostri dubbi sono più importanti delle nostre certezze, infatti, i dubbi ci fanno andare "piano" con cautela, le certezze invece ci fanno andare "spediti" e ad occhi chiusi...

Pensare di sapere

Sapere qualcosa in più ti accresce la cultura, sapere di non sapere abbastanza ti crea insicurezza e dipendenza, sapere per vie traverse ti aiuta a sembrare più colto, sapere quello che gli altri non sanno ti fa sentire più importante, sapere tutto di tutti ti fa sentire più forte, sapere dove andare ti rende più sicuro, sapere di essere utile ti fa sentire gratificato, sapere di essere ciò che sei ti aiuta a vivere, sapere ciò che non dovresti sapere ti potrebbe nuocere, sapere di sapere solo attraverso gli altri, ti sarà poco utile quando ti troverai da solo a dover provare che quello che dici è la pura verità...

Strumentalizzazione

Tutti possono essere strumentalizzati in qualsiasi circostanza e più volte nell'arco di un tempo, se mi stessero strumentalizzando non ne farei un dramma visto che chi non si sente strumentalizzato molto spesso non se ne accorge perchè è sotto "manovra..." !

Scoprire l'inimicizia


Quando il "nemico" aggredisce vocalmente è stanco, quando il "nemico" tace sta tramando qualcosa, quando il "nemico" è al tuo fianco allontanati, quando il "nemico" ti elogia stai attento, quando il "nemico" ti aiuta è perchè gli torna utile, quando il "nemico" fa l'amico ti vuole distruggere, quando i "nemici" diventano tanti può essere perchè sono tutti malaccorti, perchè sei forte o perchè sei fatto proprio male, quando chi ti attacca non è un "nemico" ascoltalo, se invece pensi di non avere "nemici", beh allora... forse.... hai ragione!

Malattie mentali..


Un "matto" che all'improvviso non saluta più è normalissimo, dei savi che non salutano il "matto" che non li saluta più, non sono normali... "Non esiste la pazzia se non in chi la vede" (fdms)

Intelligenza contenuta


Quando si vuol capire l'altro, si rischia di non essere capiti, quando è l'altro che vuol capire noi, si rischia di essere capiti "troppo", quando pensiamo che ci si è capiti, a volte capita di essersi capiti male, quando capita di capire, non sempre quello che si è capito è utile averlo capito, quando non capire sarà meglio di aver capito, allora è proprio ora di iniziare a capirci qualcosa...

30 luglio 2009

L'eredità del detto..

..ripetere ciò che si sente dire contro qualcuno é peggio che inventarsi qualcosa di negativo contro di esso.. Se tu dunque, credessi alla parola di Dio come credi a quella degli uomini saresti un Santo già in cammino verso il Paradiso..

Lettura inversa..

  ..Il linguaggio globale, nuova causa della paura liquida..