29 agosto 2010

Pensieri non comuni...

“Lo ripeto, lo ripeto con raddoppiata convinzione: tutte le persone immediate, tutti gli uomini d’azione sono attivi proprio perché sono limitati e ottusi. Come si spiega ciò? Ecco come si spiega: questa gente, per la propria limitatezza, prende le cause più prossime e secondarie per cause prime, e in tal modo si convince molto prima e molto più facilmente degli altri di aver trovato un fondamento indiscutibile al proprio agire, e quindi si acquieta; e questo è l’essenziale. Infatti, per cominciare ad agire è necessario innanzi tutto essere perfettamente tranquilli ed essersi liberati da qualsiasi dubbio. Ma io, per esempio, come posso tranquillarmi? Dove sono le cause prime sulle quali potrei appoggiarmi? Dove sono i fondamenti? Da dove li prendo? Io sto continuamente in esercizio col pensiero, e perciò ogni causa prima ne trascina immediatamente dietro di sé un’altra anche più profonda, e così via all’infinito. Tale è appunto l’essenza di ogni tipo di coscienza e di riflessione…  O signori, il fatto è che io mi considero una persona intelligente forse soltanto perché in tutta la mia vita non sono stato capace né di cominciare né di portare a termine nulla. Ammettiamo, ammettiamo pure che io sia soltanto un chiacchierone, un innocuo e fastidioso chiacchierone come tutti quanti. Ma che resta da fare se il più diretto, anzi l’unico compito di ogni persona intelligente consiste appunto nel chiacchierare, cioè nel travasare coscientemente il vuoto nel vuoto?” (Dostoevskij - Memorie dal sottosuolo)

27 agosto 2010

IL SERPENTE ROSSO

L'ordine dei segni zodiacali ha un senso, ogni costellazione ha un senso, ogni strofa ha il suo significato, nel suo insieme la nascosta sede, ma la chiave di lettura è racchiusa in una metafora che allontana dall'argomento principale con grande maestria, occorre alleanza iniziale per venirne a capo...

Acquario

Come sono strani i manoscritti di questo Amico, grande viaggiatore dell'incognito, essi mi sono apparsi separatamente, tuttavia formano un tutto per colui che sa che i colori dell'arcobaleno uniti danno l'elemento bianco, o per l'artista che sotto il suo pennello, fa dalle sei tinte della sua tavolozza magica, sorgere il nero.

Pesci

Questo Amico, come posso presentarvelo? Il suo nome resterà un mistero, ma il suo numero è quello di un sigillo celebre. Come descrivervelo? Forse come il navigatore dell'arca imperitura, impassibile come una colonna sulla sua roccia bianca, che guarda verso il mezzogiorno, al di là della roccia nera.

Ariete

Durante il mio sofferto pellegrinaggio, ho tentato di aprirmi con la spada una strada attraverso la vegetazione inestricabile dei boschi. Avrei voluto arrivare alla dimora della Bella Addormentata in cui certi poeti vedono la Regina di un regno scomparso. Alla disperazione di ritrovare il cammino, le pergamene di questo Amico furono per me il Filo di Arianna.

Toro

Grazie a lui, ormai a passo moderato e con sguardo su (rivolto verso l'alto), io posso scoprire le sessantaquattro pietre disperse del cubo perfetto che i Fratelli della Bella del bosco nero, sfuggendo all'inseguimento degli usurpatori, avevano seminato sulla strada quando fuggirono dal Forte bianco.

Gemelli

Riunire le pietre sparse, lavorare con la squadra ed il compasso per rimetterle nell'ordine regolare, cercare la linea del meridiano che va da Orientea Occidente, poi guardando dal Sud al Nord, infine in tutti i sensi per ottenere la soluzione cercata, facendo sosta davanti alle quattordici pietre marcate con una croce. Il cerchio era l'anello e corona, ed esso (era) il diadema di questa Regina del castello.

26 agosto 2010

Cancro

Le lastre del pavimento a mosaico del luogo sacro potevano essere alternativamente bianche o nere, e Gesù, come Asmodeo, sorvegliava i loro allineamenti. Il mio sguardo sembrava incapace di vedere la cima dove dimorava nascosta la meravigliosa addormentata. Non era stato Ercole con la potenza magica, come decifrare i misteriosi simboli impressi dagli osservatori del passato. Nel santuario tuttavia l'acquasantiera, fontana d'amore dei credenti che ridà il ricordo di queste parole: CON QUESTO SEGNO TU lo VINCERAI.

Leone

Di colei che io desidero liberare, salgono verso di me gli effluvi del profumo che impregnano il sepolcro. Una volta alcuni l'avevano chiamata: ISIDE, regina delle sorgenti benefiche, VENITE A ME VOI TUTTI CHE SOFFRITE E CHE SIETE OPPRESSI E IO VI DARO' SOLLIEVO, ALTRI MADDALENA, dal CELEBRE vaso colmo di balsamo guaritore. Gli iniziati conoscono il suo vero nome: NOSTRA SIGNORA DES CROSS.

Vergine

Io ero come i pastori del celebre pittore Poussin, perplesso davanti l'enigma: "ET IN ARCADIA EGO!". La voce del sangue, vuole rendermi l'immagine di un passato ancestrale. Si, il lampo del genio attraversa il mio pensiero, rivedo, comprendo! Io conosco ora questo segreto favoloso. E meraviglia, al momento dei salti dei quattro cavalieri, gli zoccoli di un cavallo avevano lasciato quattro impronte sulla pietra, ecco il segno che DELACROIX aveva lasciato in uno dei tre dipinti della cappella degli Angeli. Ecco la settima sentenza che una mano aveva tracciato:ESTRAIMI DAL FANGO, PERCHE' IO NON VI RESTI AFFOSSATO. Due volte IS, imbalsamatrice e imbalsamata, vaso miracoloso dell'eterna Dama Bianca delle Leggende.

Bilancia

Cominciato nelle tenebre, il mio viaggio non poteva terminare che nella luce. Alla finestra della casa diroccata contemplavo attraverso gli alberi spogli dell'autunno la vetta della montagna. La croce di creta si distaccava sotto il sole del mezzogiorno, era la quattordicesima e la più grande di tutte con i suoi 35 centimetri. Eccomi dunque a mia volta cavaliere sul destriero divino che cavalcava l'abisso.

25 agosto 2010

Scorpione

Visione celeste per colui che mi ricordano le quattro opere di Em. SIGNOL, intorno alla linea del Meridiano, nello stesso coro del santuario da dove irradia questa sorgente d'amore degli uni per gli altri. Io ruoto su me stesso passando con lo sguardo la rosa del P a quella dell'S,poi dall'S al P. E le spirali nel mio spirito diventano un polipo mostruoso che espelle il suo inchiostro. Le tenebre che assorbono la luce, ho un capogiro e porto la mia mano sulla mia bocca, mordendo istintivamente il palmo, forse come OLIER nel suo feretro. Maledizione,io comprendo la verità. E' il passaggio, ma egli stesso facendo il bene, come xxxxxxxx QUELLO della tomba fiorita. Ma quanto hanno saccheggiato la casa, non lasciando che cadaveri imbalsamati e numeri di metallo che non avevano potuto importare? Quale strano mistero cela il nuovo Tempio di SALOMONE edificato dai bambini di Saint VINCENT?

Ofiuco o Serpentario

Maledicendo i profanatori nelle loro ceneri e coloro che vivono sulle loro tracce, uscendo dall'abisso dove era stato tuffato, compiendo il gesto d'orrore: "Ecco la prova che del sigillo di SALOMONE io conosco il segreto, che xxxxxxxx di questa REGINA ho visitato le dimore nascoste". A questo, Amico Lettore, guardati di aggiungere o togliere uno iota ... Medita, medita ancora, il vile piombo del mio scritto contiene forse l'oro più puro.

Sagittario

Ritornando allora alla bianca collina,il cielo avendo aperte le sue cataratte, mi sembra di sentire vicino una presenza, i piedi nell'acqua come colui che riceve il segno del battesimo.Ruotando ad est, di fronte a me vidi srotolando senza fine i suoi anelli l'enorme SERPENTE ROSSO citato dalle pergamene, salato e amaro, l'enorme bestia  scatenata davanti i piedi di questo monte bianco, rosso per la collera.

24 agosto 2010

Capricorno

La mia emozione fu grande, "ESTRAIMI DAL FANGO", dicevo, e il mio risveglio fu immediato. Ho omesso di dirvi in effetti che questo era un sogno da me fatto questo 17 GENNAIO, festa di San SULPICIO. A seguito del mio turbamento persistente, ho voluto, dopo le riflessioni di rito, riferirvi un racconto di PERRAULT. Ecco dunque Amico Lettore, nelle pagine che seguono, il risultato di un sogno che mi aveva cullato nel mondo dallo strano all'ignoto. A Colui che è il passaggio per fare il bene.

19 agosto 2010

Pieni di vuoto

I nostri pensieri? Raggiungere gli obiettivi.
I nostri svaghi? Televisione, computer e passioni.
I nostri sogni? Potere e ricchezza.
I nostri ideali? Non distruggere il benessere raggiunto...
Quando Ulisse sbarcò nell'isola dei ciclopi, si presentò a Polifemo come il signor Nessuno ma chi fece diventare cieco il gigante? L'astuzia di  Ulisse è la rappresentazione più classica di come sconfiggere il nostro Golia. Perchè scelse il nome "Nessuno"? Perchè Nessuno è PERFETTO!

18 agosto 2010

Risposta certa...

Dice che l'alma a la sua stella riede, credendo quella quindi esser decisa quando natura per forma la diede; e forse sua sentenza è d'altra guisa che la voce non suona, ed esser puote con intenzion da non esser derisa. S'elli intende tornare a queste ruote l'onor de la influenza e 'l biasmo, forse in alcun vero suo arco percuote. Questo principio, male inteso, torse già tutto il mondo quasi, sì che Giove, Mercurio e Marte a nominar trascorse. L'altra dubitazion che ti commove ha men velen, però che sua malizia non ti poria menar da me altrove. A questo punto voglio che tu pense che la forza al voler si mischia, e fanno sì che scusar non si posson l'offense. Voglia assoluta non consente al danno; ma consentevi in tanto in quanto teme, se si ritrae, cadere in più affanno. D. C. - Paradiso, Canto IV, Versi 52 - 66; 106 - 111

13 agosto 2010

Il dato di fatto...

Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero, ché 'l velo è ora ben tanto sottile, certo che 'l trapassar dentro è leggero. Io vidi quello essercito gentile tacito poscia riguardare in sùe quasi aspettando, palido e umìle; e vidi uscir de l'alto e scender giù due angeli con due spade affocate, tronche e private de le punte sue. Verdi come fogliette pur mo nate erano in veste, che da verdi penne percosse traean dietro e ventilate. L'un poco sovra noi a star si venne, e l'altro scese in l'opposita sponda, sì che la gente in mezzo si contenne. Ben discernea in lor la testa bionda; ma ne la faccia l'occhio si smarria, come virtù ch'a troppo si confonda. «Ambo vegnon del grembo di Maria», disse Sordello, «a guardia de la valle, per lo serpente che verrà vie via». Ond'io, che non sapeva per qual calle, mi volsi intorno, e stretto m'accostai, tutto gelato, a le fidate spalle. E Sordello anco: «Or avvalliamo omai tra le grandi ombre, e parleremo ad esse; grazioso fia lor vedervi assai». Solo tre passi credo ch'i' scendesse, e fui di sotto, e vidi un che mirava pur me, come conoscer mi volesse. Temp'era già che l'aere s'annerava, ma non sì che tra li occhi suoi e ' miei non dichiarisse ciò che pria serrava. Ver' me si fece, e io ver' lui mi fei: giudice Nin gentil, quanto mi piacque quando ti vidi non esser tra ' rei! Nullo bel salutar tra noi si tacque; poi dimandò:«Quant'è che tu venisti a piè del monte per le lontane acque?». «Oh!», diss'io lui, «per entro i luoghi tristi venni stamane, e sono in prima vita, ancor che l'altra, sì andando, acquisti».
E come fu la mia risposta udita, Sordello ed elli in dietro si raccolse come gente di sùbito smarrita. D. C. - Purgatorio, Canto VIII, Versi 19 - 63

09 agosto 2010

Happy Birthday to my Blog...



1 anno !!!

L'8 agosto 2009, per gioco, ho provato a creare il blog, non mi sarei mai aspettato di durare così a lungo e, a parte i miei 4108 clic sul mio profilo personale, gli altri sono tutti dei miei fan. Un saluto speciale al mio unico sostenitore: PuroLino.

07 agosto 2010

Portatori sani di calunnie...

La resistenza delle stelle...

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Il vero volto delle persone

Stasera parlano solo le immagini...

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L'immagine che ha dialogato per anni con il nostro inconscio...

La bellezza, il sorriso, la lucentezza, la cura, i colori, gli occhi, le perle, tutto nell'insieme rappresenta la bontà, il benessere, la felicità e l'immagine, come già noto, bypassa la razionalità e parla direttamente al nostro "intimo",  innocente e disarmato di fronte alla realizzazione dei propri desideri...

L'esodo della massa...

L'orizzonte di molti...

17 luglio 2010

Tracce Interessanti...


Il libro di Francesco Marsiglietti è disponibile on-line sul sito di "Tracce d'eternità"

16 luglio 2010

Ave ai neolatini...

Io vidi due sedere a sé poggiati, com'a scaldar si poggia tegghia a tegghia, dal capo al piè di schianze macolati; e non vidi già mai menare stregghia a ragazzo aspettato dal segnorso, né a colui che mal volontier vegghia, come ciascun menava spesso il morso de l'unghie sopra sé per la gran rabbia del pizzicor, che non ha più soccorso; e sì traevan giù l'unghie la scabbia, come coltel di scardova le scaglie o d'altro pesce che più larghe l'abbia. «O tu che con le dita ti dismaglie», cominciò 'l duca mio a l'un di loro, «e che fai d'esse talvolta tanaglie, dinne s'alcun Latino è tra costoro che son quinc'entro, se l'unghia ti basti etternalmente a cotesto lavoro». «Latin siam noi, che tu vedi sì guasti qui ambedue», rispuose l'un piangendo; «ma tu chi se' che di noi dimandasti?». E 'l duca disse: «I' son un che discendo con questo vivo giù di balzo in balzo, e di mostrar lo 'nferno a lui intendo». Allor si ruppe lo comun rincalzo; e tremando ciascuno a me si volse con altri che l'udiron di rimbalzo. Lo buon maestro a me tutto s'accolse, dicendo: «Dì a lor ciò che tu vuoli»; e io incominciai, poscia ch'ei volse: «Se la vostra memoria non s'imboli nel primo mondo da l'umane menti, ma s'ella viva sotto molti soli, ditemi chi voi siete e di che genti; la vostra sconcia e fastidiosa pena di palesarvi a me non vi spaventi». (segue) D. C. - Inferno, Canto XXIX, Versi 72-107

14 luglio 2010

Furbizia cocente...

Quivi sospiri, pianti e alti guai risonavan per l'aere sanza stelle, per ch'io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d'ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s'aggira sempre in quell'aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo spira. E io ch'avea d'error la testa cinta, dissi:«Maestro, che è quel ch'i' odo? e che gent'è che par nel duol sì vinta?». Ed elli a me:«Questo misero modo tegnon l'anime triste di coloro che visser sanza 'nfamia e sanza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro de li angeli che non furon ribelli né fur fedeli a Dio, ma per sé fuoro. Caccianli i ciel per non esser men belli, né lo profondo inferno li riceve, ch'alcuna gloria i rei avrebber d'elli». D.C. - Inferno, Canto III, Versi 22 - 39

13 luglio 2010

Et quid amabo nisi quod rerum enigma est?

L’individuo, prima di acquisire nuove Facoltà e nuovi Poteri che non conosce nemmeno remotamente e che neanche possiede, deve apprendere le Facoltà e Poteri che erroneamente crede di avere, ma che in realtà non ha... (non so se mi sono capito)

22 giugno 2010

Ignavi

Questi dannati sono coloro che durante la loro vita non agirono mai né nel bene né nel male, senza mai osare avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre. Dante li inserisce qui perché li giudica indegni di meritare sia le gioie del Paradiso, sia le pene dell'Inferno, a causa proprio del loro non essersi schierati né a favore del bene, né a favore del male. Sono costretti a girare nudi per l'eternità attorno a una insegna - non descritta, forse di una vana bandiera - punti da vespe e mosconi. Il loro sangue, unito alle loro lacrime, si mescola al fango dell'Inferno, come se questi dannati fossero dei cadaveri, morti viventi sepolti vivi, col corpo straziato dai vermi. Non è a caso se Dante definisce queste anime come quelle di peccatori "che mai non fur vivi". Il disprezzo del poeta verso questa categoria di peccatori è massimo e completo. Tanto accanimento si spiega, dal punto di vista teologico, perché la scelta fra Bene e Male, deve obbligatoriamente essere fatta, secondo la religione cattolica. (Wikipedia)

19 giugno 2010

Convenienza vitale...


"Non son colui, non son colui che credi"; e io rispuosi come a me fu imposto. Per che lo spirto tutti storse i piedi; poi, sospirando e con voce di pianto, mi disse:«Dunque che a me richiedi? Se di saper ch'i' sia ti cal cotanto, che tu abbi però la ripa corsa, sappi ch'i' fui vestito del gran manto; e veramente fui figliuol de l'orsa, Di sotto al capo mio son li altri tratti che precedetter me simoneggiando, per le fessure de la pietra piatti. Là giù cascherò io altresì quando verrà colui ch'i' credea che tu fossi allor ch'i' feci 'l sùbito dimando. Ma più è 'l tempo già che i piè mi cossi e ch'i' son stato così sottosopra, ch'el non starà piantato coi piè rossi: ché dopo lui verrà di più laida opra di ver' ponente, un pastor sanza legge, tal che convien che lui e me ricuopra. D. C. - Inferno, Canto XIX, Versi 62 – 70 e 73 – 84;

18 giugno 2010

L'ardire delle nefandezze

La pazzia si avvicina di più al sapiente che non all'insipiente...

Legio XXI RAPAX

La storia si ripete. Il pensiero dei potenti è rivolto verso i propri interessi e le loro gesta sfiorano solo chi rispetta la loro giustizia. Domani accadrà ciò che è già accaduto, il potere annienterà un esercito di volontari che marceranno spediti su Roma per servirlo. Mentre la morte fisica e morale delle vittime degli usurpatori della libertà è destinata a rinascere, il desiderio del comando attira a se l’anima ingannandola e poi la uccide per sempre… Chi pensa di poter disporre delle proprie brame si sbaglia, l’uomo è sempre vittima del suo orgoglio. La città eterna è terra di conquista, molti si sono portati dentro le sue mura, perfino all’interno del senato da dove Cesare glorificava il suo popolo sparso anche nelle regioni più sperdute. Prepariamoci a rivivere la storia…

17 giugno 2010

Allineati e coperti con gli occhi bassi per non mirar la sconfitta eterna...


«O virtù somma, che per li empi giri mi volvi», cominciai, «com'a te piace, parlami, e sodisfammi a' miei disiri. La gente che per li sepolcri giace potrebbesi veder? Già son levati tutt'i coperchi, e nessun guardia face». E quelli a me:«Tutti saran serrati quando di Iosafàt qui torneranno coi corpi che là sù hanno lasciati. Suo cimitero da questa parte hanno con Epicuro tutti suoi seguaci, che l'anima col corpo morta fanno. Però a la dimanda che mi faci quinc'entro satisfatto sarà tosto, e al disio ancor che tu mi taci. La tua città, che di colui è pianta che pria volse le spalle al suo fattore e di cui è la 'nvidia tanto pianta… D.C. - Inferno, Canto X, Versi 4 – 18 e Paradiso, Canto IX, Versi 127 - 129

16 giugno 2010

Introspezioni recondite

Vago già di cercar dentro e dintorno la divina foresta spessa e viva, ch'a li occhi temperava il novo giorno, sanza più aspettar, lasciai la riva, prendendo la campagna lento lento su per lo suol che d'ogne parte auliva. Un'aura dolce, sanza mutamento avere in sé, mi feria per la fronte non di più colpo che soave vento; per cui le fronde, tremolando, pronte tutte quante piegavano a la parte u' la prim'ombra gitta il santo monte; non però dal loro esser dritto sparte tanto, che li augelletti per le cime lasciasser d'operare ogne lor arte; ma con piena letizia l'ore prime, cantando, ricevieno intra le foglie, che tenevan bordone a le sue rime, tal qual di ramo in ramo si raccoglie per la pineta in su 'l lito di Chiassi, quand'Eolo scilocco fuor discioglie. Già m'avean trasportato i lenti passi dentro a la selva antica tanto, ch'io non potea rivedere ond'io mi 'ntrassi; ed ecco più andar mi tolse un rio, che 'nver' sinistra con sue picciole onde piegava l'erba che 'n sua ripa uscìo. Tutte l'acque che son di qua più monde, parrieno avere in sé mistura alcuna, verso di quella, che nulla nasconde, avvegna che si mova bruna bruna sotto l'ombra perpetua, che mai raggiar non lascia sole ivi né luna. D.C. - Purgatorio, Canto XXVIII, Versi 1 - 33

15 giugno 2010

Lo studio dell'immaginazione..

..la "vera mente" costruisce ogni suo risultato basandosi sulle  proprie "fisime" e, quando il cervello capirà che la "riflessione" delle proprie percezioni non é altro che "un'immagine riflessa" le fissazioni smetteranno di essere più "reali" di quanto non sembrino.. 
"L'immaginazione è più importante della conoscienza"
(Albert Einstein)

11 giugno 2010

1° Numero di Profili Nuova Europa

Coral Castle 1

Coral Castle 2

Una foglia di fico per favore....

Senza parole...

?????????????????????


La Marina militare americana sta modificando le vecchie caserme di 40 anni fa...

L'isola perduta

Il saluto della nave è diretto al porto, chi è lì alza le mani in risposta ai tre colpi di sirena chissà dove andrà, chissà se tornerà, chissà… Vedere la folla rimpicciolirsi è un gelido addio che non da risposte e pian piano il mare si attacca al cielo.
I gabbiani raccontano la vita come la colomba di Noè ma in lontananza il grigio sconfigge l’azzurro e il mare in fermento inizia a giocare con la nave come fosse di carta e il suo muro la sovrasta… 
Come fai come fai a non piangere, come fai come fai a non sentire tue tutte le malinconie, come fai come fai a non gridare tutte le tue paure, come fai come fai a non sognare il giorno in cui potrai tornare. 
Ritrovarsi nel mezzo di una tempesta senza la propria nave in balia delle onde è come essere nati senza genitori è come essere soli. Sperare di morire senza soffrire e sperare di salvarsi pregando il cielo che ti sta osservando, sono i miei pensieri.
Come fai come fai a non piangere, come fai come fai a non sentire tue tutte le malinconie, come fai come fai a non gridare tutte le tue paure, come fai come fai a non sognare il giorno in cui potrai tornare.
Ora son qua a ricordar gli altri che partirono con me ora son qua a ricordar il vostro amor, ora son quà in quest'isola perduta a curar le ferite del mar, ora son qua ma non più là. 

Il fiore all'occhiello del labirinto...

Chi riesce a raggiungere il fiore difficilmente torna indietro. Teseo per trovare il minotauro e uscire ha avuto bisogno dell'intelligenza di Arianna. A volte non si arriva al traguardo perchè si è troppo presi dalla propria visuale illusoria che pone pochi ostacoli tra se e la meta. Questa è solo fretta di essere. Con la dovuta preparazione e con un pò di rispetto per la paura, si possono raggiungere scopi assai più importanti dei propri orizzonti. Ai vincitori il segno nel petto.

10 giugno 2010

Patrono d'Italia

Chi è Francesco?
Un fratello.

Il suo carisma?
L’amore di Dio.

La sua ricchezza?
La povertà.

La sua sapienza?
L’umiltà.

La sua parola?
Quella di Dio.

La sua costanza?
L’obbedienza.

Un suo gesto?
Spogliarsi di tutto per seguire Gesù.

La sua forza?
Il rigore nel difendere la sua scelta.   Cantico delle creature

09 giugno 2010

Il vero volto della fama...

Chi crederebbe che l'odor d'un pomo sì governasse, generando brama, e quel d'un'acqua, non sappiendo como? Già era in ammirar che sì li affama, per la cagione ancor non manifesta di lor magrezza e di lor trista squama, ed ecco del profondo de la testa volse a me li occhi un'ombra e guardò fiso; poi gridò forte: «Qual grazia m'è questa?». Mai non l'avrei riconosciuto al viso; ma ne la voce sua mi fu palese ciò che l'aspetto in sé avea conquiso. Questa favilla tutta mi raccese mia conoscenza a la cangiata labbia, e ravvisai la faccia di Forese. «Deh, non contendere a l'asciutta scabbia che mi scolora», pregava, «la pelle, né a difetto di carne ch'io abbia; ma dimmi il ver di te, di' chi son quelle due anime che là ti fanno scorta; non rimaner che tu non mi favelle!». «La faccia tua, ch'io lagrimai già morta, mi dà di pianger mo non minor doglia», rispuos'io lui, veggendola sì torta. Divina Commedia - Purgatorio, Canto XXIII, Versi 34 - 57

Lettura inversa..

  ..Il linguaggio globale, nuova causa della paura liquida..