11 giugno 2010

L'isola perduta

Il saluto della nave è diretto al porto, chi è lì alza le mani in risposta ai tre colpi di sirena chissà dove andrà, chissà se tornerà, chissà… Vedere la folla rimpicciolirsi è un gelido addio che non da risposte e pian piano il mare si attacca al cielo.
I gabbiani raccontano la vita come la colomba di Noè ma in lontananza il grigio sconfigge l’azzurro e il mare in fermento inizia a giocare con la nave come fosse di carta e il suo muro la sovrasta… 
Come fai come fai a non piangere, come fai come fai a non sentire tue tutte le malinconie, come fai come fai a non gridare tutte le tue paure, come fai come fai a non sognare il giorno in cui potrai tornare. 
Ritrovarsi nel mezzo di una tempesta senza la propria nave in balia delle onde è come essere nati senza genitori è come essere soli. Sperare di morire senza soffrire e sperare di salvarsi pregando il cielo che ti sta osservando, sono i miei pensieri.
Come fai come fai a non piangere, come fai come fai a non sentire tue tutte le malinconie, come fai come fai a non gridare tutte le tue paure, come fai come fai a non sognare il giorno in cui potrai tornare.
Ora son qua a ricordar gli altri che partirono con me ora son qua a ricordar il vostro amor, ora son quà in quest'isola perduta a curar le ferite del mar, ora son qua ma non più là. 

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