Qual'è la differenza tra l'intelligente e il furbo? L'intelligente sa che il furbo vive di "ignoranza conviviale" ed ingenuità, il furbo invece non sa che l'intelligente sa...
28 giugno 2015
27 giugno 2015
26 giugno 2015
24 giugno 2015
15 giugno 2015
13 giugno 2015
09 giugno 2015
04 giugno 2015
"Autarkeia produttiva", it can be done..
.."settore in riga": area dirigenziale coordinatrice e area "proletaria" a responsabilità individuale..
02 giugno 2015
"Omega "3""..
Arquata del Tronto (AP)
La copia della Sacra Sindone tra storia, verità e… “fantasia”.
Articolo già postato ad aprile 2011
La copia della Sacra Sindone tra storia, verità e… “fantasia”.
“Extractum ab originali”, è la frase impressa nella copia del drappo
sacro esposto nella chiesa di San Francesco sita a Borgo, una frazione
di Arquata del Tronto (AP). Tutto, o quasi, è stato scritto su di essa
in libri, articoli e documentazioni varie. Per questo motivo, iniziare
un altro elaborato su questo tema, è cosa assai ardua. Il “coraggio”,
per intraprendere questa iniziativa, è alimentato solo dalla convinzione
che ogni pensiero possa essere espresso liberamente rispettando sempre e
comunque quello degli altri. Detto questo, provo ad esprimerlo “nec
spes nec metu”. La storia della Sindone di Arquata, come predetto, è già
nota, quindi, ne riporto solo le parti salienti semplicemente per far
entrare il lettore in sintonia con l’argomento. Come risulta dai
documenti rinvenuti, detta copia fu fatta eseguire il primo maggio 1655
su richiesta del vescovo Giovanni Paolo Bucciarelli. In quel periodo il
monsignore, era segretario del Cardinale Federico Borromeo cugino di
Carlo Borromeo, conosciuto come gran “contemplatore” di Cristo
crocifisso e devoto viscerale della Sacra Sindone, poi canonizzato da
Papa Paolo V nel 1610 (ndr). L’anno successivo, il “pastore” di origine
arquatana morì. Il piccolo comune ascolano, avendo ricevuto in dono
questa reliquia, la consegnò ai frati francescani di Borgo che la
custodirono con cura e devozione. L’ultima volta che fu messa a contatto
con il Sudario torinese, anche se ci sono state altre opportunità più
recenti, risale al 1931 in occasione della pubblica ostensione. La sua
ultima apparizione in pubblico, invece, è riconducibile al periodo della
seconda guerra mondiale. Poi, non se ne seppe più nulla, fino alla
ristrutturazione della chiesa dedicata a San Francesco, avvenuta a
cavallo tra il 1980 e il 1981. Il telo di lino sacro fu ritrovato ben
piegato all’interno di un’urna dorata nascosta dentro una nicchia di un
altare. Una storia davvero avvincente che lambisce misteriosamente
quella della sindone originale. Questa copia, appunto, non è una
semplice raffigurazione del sudario di Torino ma, come già detto, un
estratto dall’originale. Ciò dovrebbe significare che l’uomo non ha
messo mano alla sua realizzazione. Ci sono tante altre riproduzioni in
giro per l’Europa, ma, tutte, hanno delle caratteristiche che si
differenziano sia da quella originale sia da quella esposta nel comune
piceno. La verità sul telo sindonico è suffragata dalle pergamene
rinvenute. Naturalmente, tutti gli atti ritrovati o presenti negli
archivi storici, non possono essere messi in discussione in quanto
originali, così come sono veritiere, tutte le fonti cui si è attinto per
scrivere gli avvenimenti del passato. In altre parole, è come se ci si
trovasse di fronte ad una verità incontrovertibile basata su atti coevi
di data certa. L’unica incertezza riguarda solo il come sia stata
riprodotta, anche se è difficile per i fedeli, non credere a una
trasposizione miracolosa. In ogni caso, anche la stessa Sacra Sindone di
Torino non ha tutte le peculiarità che ha quella di Arquata del Tronto,
anzi, diversi studiosi hanno messo addirittura in discussione la sua
autenticità. Naturalmente, è più facile risalire alla creazione di una
copia piuttosto che a un originale risalente a più di duemila anni fa.
La realtà sul sudario di Arquata, dunque, è “confermata” dalla sua
storia. Ora, proprio in base ad avvenimenti realmente accaduti, vengono
alla mente delle ipotesi che si basano su fantateorie che possono avere
una chiave di lettura del tutto differente. La fantasia, come si sa, al
contrario della realtà è creativa e basa le proprie fondamenta sui
pensieri “logici” di una visuale intima e immaginaria dando “voce” al
proprio estro più recondito e, il suo ruolo più difficile, è proprio
quello di mettere in risalto l’invisibilità di una possibile verità,
ovvero, far risaltare lo scritto su un foglio bianco senza utilizzare
alcun tipo di contrasto. Su quanto anticipato e su quello che seguirà,
offro la seguente chiave di lettura: “nullius in verba”. Andiamo per
ordine. Molti sanno che la prima “apparizione” della Sacra Sindone è
avvenuta in Francia nel 1353 nelle mani di Goffredo di Charny,
discendente dell’omonimo cavaliere templare. Questa data è molto
importante, infatti, si inserisce perfettamente nel periodo indicato dai
risultati scientifici ottenuti nel 1988 in tre laboratori di ricerca
diversi, utilizzando una tecnica definita “carbonio 14”. Secondo gli
studiosi che hanno eseguito il test, il telo di lino risalirebbe ad un
periodo storico che va dal 1260 al 1390. Potrebbe essere, dunque, quello
che ha avvolto un uomo crocifisso ma non sarebbe lo stesso utilizzato
per coprire Gesù. La risposta di queste analisi combacia perfettamente
anche con i documenti ufficiali della Chiesa. Nel 1390, infatti, Papa
Clemente VII su indicazione del vescovo di Troyes (luogo dove furono
ufficializzati i cavalieri templari), emanò quattro bolle con le quali
permise sì l’ostensione ma con l’obbligo di dire a voce alta, che il
telo non era il vero sudario di nostro Signore Gesù Cristo ma un
semplice dipinto fatto a sua imitazione. Davvero curioso. D’altro canto,
invece, alcuni studiosi che tentano di ricostruire la storia della
Sacra Sindone per il periodo antecedente al XIII secolo, sostengono che
il sudario sia proprio il Mandylion o “immagine di Edessa”. Esso è
rappresentato come un telo di piccole dimensioni che raffigurava solo il
volto del Cristo, conservato appunto a Edessa (oggi Urfa) in Turchia
dal 544 al 944 d.C., per poi essere trasferito a Costantinopoli. Sempre
secondo loro, sarebbe rimasta lì fino al 1204, quando la città fu
saccheggiata dai crociati che nella circostanza asportarono molte
reliquie. Per rendere verosimile la loro tesi, ipotizzano che il piccolo
telo di lino non era altro che la Sacra Sindone ripiegata su se stessa
per otto volte e chiusa in un apposito reliquario che consentiva di
vederne solo il volto. In questo modo, si oppongono fermamente alla
datazione del sudario stabilita con l’innovativa tecnica del carbonio
14. Strano, ci si chiede com’è possibile sostenere così fortemente
quest’ultima teoria se un pontefice ha “ammesso” ufficialmente che il
lenzuolo di cui trattasi è falso? Bene, anche questa è supportata da una
bolla papale del 1506 emanata da S.S. Giulio II, con la quale ribaltò
il giudizio del suo predecessore e ne autorizzò il culto pubblico con
regolare messa e Ufficio proprio. La situazione sembra ingarbugliarsi,
difficile esprimersi sia a favore che contro. Questo chiarimento
ufficiale della Santa Sede, comunque, consentì la diffusione delle copie
della Sindone, tra le quali appunto quella di Arquata. Ritornando alla
sindone originale, voglio raccontare un aneddoto storico molto
singolare. Il 4 dicembre 1532 la reliquia rischiò di essere distrutta a
causa di un incendio avvenuto nel luogo in cui si trovava: la Sainte
Chapelle del castello di Chambéry. Cosa c’è di così singolare? Presto
detto: dopo il rogo, il duca di Savoia, titolare della reliquia, chiese
poi a papa Clemente VII di Roma, di nominare una commissione per
eseguire un controllo sul lenzuolo sacro; S.S. incaricò alcuni vescovi
che, dopo averla esaminata, il 15 aprile del 1534 certificarono che il
telo era sicuramente quello autentico. Incredibile, cosa spinse il
monarca a fare questa richiesta? Aveva forse notato qualche divergenza
tra il telo precedente e quello uscito incolume dalle fiamme?
Difficilmente si potrà sapere ma un fatto è certo, il Duca fece fare
l’accertamento. Dopo questo avvenimento, la Sacra Sindone si spostò in
varie parti d’Europa facendo ritorno a Chambéry. In seguito, i Savoia
trasferirono la loro capitale a Torino ma il cimelio rimase in Francia.
Come già accennato, uno dei più grandi devoti del lenzuolo funebre di
Cristo, fu Carlo Borromeo. Questi, nel 1578, per sciogliere un voto
fatto durante la pestilenza di Milano avvenuta nei due anni precedenti,
decide di recarsi a piedi a Chambéry a far visita al telo che riportava
impressa l’immagine del corpo di Cristo crocifisso. Emanuele Filiberto,
sapute le sue intenzioni, per abbreviare il viaggio dell'illustre
prelato, dispose lo spostamento della reliquia a Torino. Il viaggio del
cardinale durò solo quattro giorni e, una volta giuntovi, si mise in
preghiera davanti alla reliquia e partecipò alle quaranta ore di
ostensione. Da allora, salvo qualche breve trasloco, qui è rimasta e in
seguito, Umberto II di Savoia, ultimo Re d’Italia, la donò al Papa.
Queste particolari situazioni storiche, m’inducono a pormi questa
domanda: devo credere a quelli che dicono che la Sacra Sindone è vera
oppure a chi afferma il contrario? Al di la del fatto che la risposta
non dovrebbe minimamente intaccare la fede di nessuno, formulo delle
mere ipotesi che possano mettersi in contrasto con il “vuoto” creato
dalle ambigue informazioni ufficiali. Ai sostenitori dell’autenticità
del telo sindonico e ai credenti vorrei ricordare che la persona
raffigurata nel telo miracoloso di Torino, oltre alla datazione
accertata da scienziati di tutto rispetto con il metodo del carbonio 14,
sembrerebbe riportare la frattura del setto nasale (osso etmoide). Che cosa vuol dire? A mio
avviso, ciò non corrisponderebbe
con quanto indicato nelle scritture (Isaia): “nessun osso gli sarà spezzato” e
quindi con le stesse parole di Dio in quanto per spezzato si intende rotto (nisi crediteritis non intelligetis). La Sindone di Arquata, come
già detto in preambolo, è un “Extractum ab originali”, cioè, un’immagine
creatasi con la sola trasposizione della stessa con quella originale. Oltre alle tante differenze
oggettive tra i due teli (tra le quali il naso), osservandola
attentamente viene da chiedersi: perché non si fa uno studio
approfondito sull’autenticità della stessa che possa diramare i dubbi
dei credenti e dire con certezza che l’uomo non è l’artefice di tale
immagine? Sarebbe interessante svelare l’arcano della Sindone originale
con l’aiuto di una “copia”. Si teme forse di fornire prova certa? Non
so, ma penso che gli “interessati” non debbano sapere o avere alcuna
certezza fino a quando non arriverà il “momento” opportuno. “Onus
probandi fidelibus”! (Massimo Maravalli)
Articolo già postato ad aprile 2011
24 maggio 2015
"Irrequietezza circostanziale"..
..la situazione conflittuale dell'animo umano miscredente punta alla risoluzione immediata degli eventi; essa infatti dice: dov'é Dio nella "disperanza umana"? Perchè permette le ingiustizie? Se é stato crocifisso Gesù, cosa puoi fare "Tu"? Chissà, forse é quì che si nasconde la Verità.. "Chi ha orecchi per intendere intenda"..
23 maggio 2015
20 maggio 2015
16 maggio 2015
10 maggio 2015
L'ultimo scisma..
"Agite virilmente, fratelli miei,
fatevi animo e aspettate pazientemente il Signore. Si avvicina un tempo di
grande tribolazione e afflizione in cui abbonderanno perplessità e
pericoli sia nell'ambito temporale che spirituale; la carità di molti si
raffredderà e l’iniquità dei malvagi sovrabbonderà.
I demoni avranno più
potere del solito, la purezza immacolata della nostra Religione, e delle
altre,
sarà deturpata a un punto tale che ben pochi fra i cristiani vorranno obbedire
con cuore sincero e carità perfetta al vero Sommo Pontefice e
alla Chiesa Romana.
Nel momento decisivo di questa tribolazione, un personaggio non
canonicamente eletto, assunto al Papato, con l'astuzia del suo errore
macchinerà di mettere a morte molti.
Allora gli scandali si
moltiplicheranno, la nostra Religione sarà divisa, molte delle altre saranno
completamente distrutte, perché non si opporranno all'errore ma gli
presteranno l'assenso. Ci saranno così tante e tali opinioni e divisioni tra la
gente, tra i religiosi e nel Clero che, se quei giorni non fossero
abbreviati, secondo le parole del Vangelo, anche gli eletti (se
fosse possibile) cadrebbero nell’errore, se in tale tempesta non fossero
sostenuti dall’immensa misericordia di Dio.
Allora la nostra Regola e
il nostro modo di vita saranno violentemente attaccati da alcuni.
Sopravverranno enormi tentazioni. Coloro che allora saranno stati
provati
riceveranno la corona della vita.
Ma guai a coloro i
quali, affidati alla sola speranza della Religione, si intiepidiranno e non resisteranno
costantemente alle tentazioni permesse per provare gli eletti. Coloro che,
fervorosi di spirito, abbracceranno la pietà per la carità e per lo zelo
della
verità, subiranno persecuzioni e ingiurie come scismatici e
disobbedienti. Perché i loro persecutori, agitati da spiriti maligni,
diranno che rendono un servizio a Dio nell’uccidere e cancellare dalla
faccia della terra degli uomini tanto corrotti.
Ma il Signore sarà il
rifugio degli afflitti e li salverà, perché hanno sperato in Lui. E per
conformarsi al loro Capo agiranno con fiducia e con la loro morte, guadagnandosi
la vita eterna, sceglieranno di
obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, non temendo di morire
piuttosto che acconsentire alla menzogna e alla perfidia. Allora alcuni
predicatori taceranno la verità mentre altri la calpesteranno
e la negheranno.
La santità della vita sarà
derisa da coloro che la professano solo esteriormente, e per questa
ragione Nostro Signore Gesù Cristo invierà loro non un degno pastore, ma
uno sterminatore". (SF)
06 maggio 2015
05 maggio 2015
02 maggio 2015
La libera "riflessione"..
..e il libero arbitrio..
"Perché men paia il mal futuro e 'l fatto, veggio in Alagna intrar lo fiordaliso, e nel vicario suo Cristo esser catto. Veggiolo un'altra volta esser deriso; veggio rinovellar l'aceto e 'l fiele, e tra vivi ladroni esser anciso. Veggio il novo Pilato sì crudele, che ciò nol sazia, ma sanza decreto portar nel Tempio le cupide vele. O Segnor mio, quando sarò io lieto a veder la vendetta che, nascosa, fa dolce l'ira tua nel tuo secreto? D. C. - Purgatorio, Canto XX, Versi 85 - 96
01 maggio 2015
Il risveglio del nucleo "dormiente"..
..il letargo non ha più tempo, chi non "assapora" la "realtà" della vera "depressione cosmica" é "magneticamente" legato alla "gravità terrestre", purtroppo opprimente per le fisse idee della propria mente..
30 aprile 2015
28 aprile 2015
26 aprile 2015
Il colore "plasma" ..
..quando la "massa" non sarà più uniforme e il suo "moto" non più "armonico" ci saranno molte "perturbazioni", inizieranno le "oscillazioni" del "Priore", il rischio di impatto con "agenti" esterni sarà al "centro della terra", il Mondo potrà cambiare per sempre poichè l'estinzione di una "specie" di solito provoca la nascita di una nuova Era.. (RM)
24 aprile 2015
12 aprile 2015
L'"omicidio" di Re Ezechia..
.."Tutti saran serrati
quando da Iosafàt qui torneranno coi corpi che là sù hanno
lasciati".
(D.C. - Inferno, Canto X, Versi 10 -
12)
10 aprile 2015
05 aprile 2015
01 aprile 2015
"Unsaid"..
..non sanno quello che fanno, sanno di
non saperlo e nemmeno lo nascondono, di conseguenza non conoscono
lo scopo della loro esistenza (Petrarca)
20 marzo 2015
Fuori centro..
Il silenzio dei colpevoli
di Massimo
Maravalli - 11 Aprile 2011
Licio Giorgieri, un omicidio dimenticato nella storia
Roma 20 marzo 1987, in periferia una moto affianca
un'auto e fa fuoco. Cinque colpi raggiungono e uccidono il Generale Ispettore
Capo dell'aeronautica Licio Giorgieri. Dopo un periodo di "tregua", la scia
terroristica di quegli anni prosegue con questo strano assassinio. A dire il
vero l'attentato poteva essere evitato. In precedenza infatti, il generale aveva fatto
presente, a chi di dovere, di essersi accorto di strani movimenti intorno a lui.
Per questo motivo chiese un'auto blindata ma la stessa non gli venne concessa.
Dopo qualche tempo seguì il tragico evento.
L'attentato viene rivendicato con una telefonata, si tratta dell''Unione dei Comunisti Combattenti, un gruppo armato legato alle Brigate Rosse. In quello stesso periodo, in un'aula di Tribunale si stava svolgendo il processo Moro/Ter, ad un certo punto, nel bel mezzo dell'udienza, Prospero Gallinari (BR) chiese la parola e fece questa strana dichiarazione: "Rivendichiamo l'attentato contro Licio Giorgieri compiuto dai compagni dell'U.C.C.". Cosa c'è di strano in tutto questo? A dire il vero molte cose ma, una su tutte, il cambio di direzione dei terroristi rossi senza l'utilizzo della "freccia". La lotta allo Stato si trasforma in "guerriglia urbana". Si esce, dunque, dalla sfera politica e si entra nel cuore dei segreti italiani. Le BR hanno molta "fretta" di far loro l'attentato. Dopo la telefonata al quotidiano di turno e l'intervento di Gallinari al processo Moro, difatti, rispettano anche il loro "modus operandi" con il solito documento.
Ok, forse volevano essere ancora considerati "importanti" per trattare con i poteri dello Stato, ma allora perché non hanno puntato su un politico? Di sicuro avrebbero ottenuto la giusta considerazione. Uno strano omicidio che va letto attentamente tra le carte e gli impegni pubblici di questo alto ufficiale dell'aeronautica. In seguito, i componenti dell'UCC furono catturati. Nel 1989 furono condannati tutti gli appartenenti al commando che parteciparono all'attentato: Paolo Persichetti, Maurizio Locusta, Francesco Maietta, e Claudia Gioia. Un fatto del tutto singolare avvenne quando l'ex senatore Francesco Cossiga partecipò alle nozze di Maietta avvenute nel carcere che lo ospitava. Successivamente, la signora Giorgieri si oppose alla richiesta di grazia del brigatista "pentito", esprimendo delle grandi perplessità sulla partecipazione alle nozze dell'alto funzionario dello Stato.
Oltre questo avvenimento, si possono fare tante altre teorie in merito all'accaduto come a dire, che fine hanno fatto gli appartenenti al gruppo armato? Senza alcun tipo di pregiudizio e, cosciente del fatto che chiunque può sbagliare ed essere reintegrato al meglio nella società posso affermare con assoluta certezza che molti di essi hanno fatto una bella carriera. I familiari e parenti delle vittime degli appartenenti al P.C.C. ad esempio, di sicuro non si recheranno mai ne al Museo d'arte contemporanea di Roma ne alla fondazione Don Sturzo.
L'attentato viene rivendicato con una telefonata, si tratta dell''Unione dei Comunisti Combattenti, un gruppo armato legato alle Brigate Rosse. In quello stesso periodo, in un'aula di Tribunale si stava svolgendo il processo Moro/Ter, ad un certo punto, nel bel mezzo dell'udienza, Prospero Gallinari (BR) chiese la parola e fece questa strana dichiarazione: "Rivendichiamo l'attentato contro Licio Giorgieri compiuto dai compagni dell'U.C.C.". Cosa c'è di strano in tutto questo? A dire il vero molte cose ma, una su tutte, il cambio di direzione dei terroristi rossi senza l'utilizzo della "freccia". La lotta allo Stato si trasforma in "guerriglia urbana". Si esce, dunque, dalla sfera politica e si entra nel cuore dei segreti italiani. Le BR hanno molta "fretta" di far loro l'attentato. Dopo la telefonata al quotidiano di turno e l'intervento di Gallinari al processo Moro, difatti, rispettano anche il loro "modus operandi" con il solito documento.
Ok, forse volevano essere ancora considerati "importanti" per trattare con i poteri dello Stato, ma allora perché non hanno puntato su un politico? Di sicuro avrebbero ottenuto la giusta considerazione. Uno strano omicidio che va letto attentamente tra le carte e gli impegni pubblici di questo alto ufficiale dell'aeronautica. In seguito, i componenti dell'UCC furono catturati. Nel 1989 furono condannati tutti gli appartenenti al commando che parteciparono all'attentato: Paolo Persichetti, Maurizio Locusta, Francesco Maietta, e Claudia Gioia. Un fatto del tutto singolare avvenne quando l'ex senatore Francesco Cossiga partecipò alle nozze di Maietta avvenute nel carcere che lo ospitava. Successivamente, la signora Giorgieri si oppose alla richiesta di grazia del brigatista "pentito", esprimendo delle grandi perplessità sulla partecipazione alle nozze dell'alto funzionario dello Stato.
Oltre questo avvenimento, si possono fare tante altre teorie in merito all'accaduto come a dire, che fine hanno fatto gli appartenenti al gruppo armato? Senza alcun tipo di pregiudizio e, cosciente del fatto che chiunque può sbagliare ed essere reintegrato al meglio nella società posso affermare con assoluta certezza che molti di essi hanno fatto una bella carriera. I familiari e parenti delle vittime degli appartenenti al P.C.C. ad esempio, di sicuro non si recheranno mai ne al Museo d'arte contemporanea di Roma ne alla fondazione Don Sturzo.
http://www.cadoinpiedi.it
18 marzo 2015
Le "prime materie"..
.."costruire" é "Credere" in qualcosa, la "costruzione" invece é solo ciò che si "intravede" nel proprio "fronte", manifesta la tua credenza ed é solo "fine maceria"..
16 marzo 2015
Verso l'estro dell'introverso..
Vien dietro a me, e
lascia dir le genti: sta come torre ferma, che non crolla già mai la
cima per soffiar di venti; ché sempre l'omo in cui pensier rampolla
sovra pensier, da sé dilunga il segno, perché la foga l'un de
l'altro insolla. Che potea io ridir, se non «Io vegno»? Dissilo,
alquanto del color consperso che fa l'uom di perdon talvolta degno. E
'ntanto per la costa di traverso venivan genti innanzi a noi un poco,
cantando "Miserere" a verso a verso. D C. - Purgatorio,
Canto V, Versi 13 - 24
14 marzo 2015
09 marzo 2015
05 marzo 2015
01 marzo 2015
27 febbraio 2015
La "voce" della coscienza..
Ciao "Pinocchio",
tu sei stato creato da un "Amore fantastico" che solo l'estro del "mesto e solo" mastro Geppetto sapeva dare alle cose che faceva. Ormai sei un "pupo in carne" ma quando da piccolo correvi urlando la tua gioia sembravi proprio un "pezzo di legno". Non temere, non sono quì per "giudicarti" o per "insultarti" ne a dare sfoggio della mia "scienza" ma solo a far le veci della tua coscienza. Certo, un piccolo falegname che crea una grande opera d'arte da un "semplice ramo": un burattino che parla, che si muove, che respira e sospira é proprio un gran bel "miracolo". "Beato te", molti altri, come Lui, si sono cimentati a "lavorare" il legno ma sono riusciti solo a mettere insieme due pezzi e farne una "semplice Croce". Ricordo bene quella scarpa che mi tirasti, lo so, non volevi colpire me ma solo dare conto alle "bruciature" che il "fuoco casalingo" ti aveva procurato. So che sei "tutto d'un pezzo" e che non ascolti gli "altri" ed é per questo che, da "pezzo di legno" a "pezzo di legno" io ti dico: non "ardere" mai per "bruciare" te stesso ma solo per scaldare gli "altri".
Ciao "Pinocchio", ti avrei voluto bene anche se eri un "finocchio"..
25 febbraio 2015
La distanza che si avvicina..
..al giorno più lungo dell'anno, il primo solstizio del 2015 é il più vicino all'apogeo lunare di giugno; é questo, un "ossimoro naturale"..
22 febbraio 2015
La "fisicità mentale"..
..se tutto quello che sta in alto é uguale a tutto quello che sta in basso é chiaro che tutto ciò che é fuori é uguale a tutto ciò che é dentro, nel bene e nel male naturalmente..
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