Vien dietro a me, e
lascia dir le genti: sta come torre ferma, che non crolla già mai la
cima per soffiar di venti; ché sempre l'omo in cui pensier rampolla
sovra pensier, da sé dilunga il segno, perché la foga l'un de
l'altro insolla. Che potea io ridir, se non «Io vegno»? Dissilo,
alquanto del color consperso che fa l'uom di perdon talvolta degno. E
'ntanto per la costa di traverso venivan genti innanzi a noi un poco,
cantando "Miserere" a verso a verso. D C. - Purgatorio,
Canto V, Versi 13 - 24
Qual'è la differenza tra l'intelligente e il furbo? L'intelligente sa che il furbo vive di "ignoranza conviviale" ed ingenuità, il furbo invece non sa che l'intelligente sa...
16 marzo 2015
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Lettura inversa..
..Il linguaggio globale, nuova causa della paura liquida..
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..al collo la porto appesa, la accudisco e la sostengo, a volte non riesco a sorreggerla ma anche se di Lei ciò che rimane é solo nomea, la...
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.. A le quai poi se tu vorrai salire, anima fia a ciò più di me degna: con lei ti lascerò nel mio partire .. D.C. - Inferno, Canto I, Versi ...
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..può superare la velocità della luce nel raggiungere l'utopia della " realtà immaginaria "..
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..se tutto quello che sta in alto é uguale a tutto quello che sta in basso é chiaro che tutto ciò che é fuori é uguale a tutto ciò che é ...
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