16 marzo 2015

Verso l'estro dell'introverso..

Vien dietro a me, e lascia dir le genti: sta come torre ferma, che non crolla già mai la cima per soffiar di venti; ché sempre l'omo in cui pensier rampolla sovra pensier, da sé dilunga il segno, perché la foga l'un de l'altro insolla. Che potea io ridir, se non «Io vegno»? Dissilo, alquanto del color consperso che fa l'uom di perdon talvolta degno. E 'ntanto per la costa di traverso venivan genti innanzi a noi un poco, cantando "Miserere" a verso a verso. D C. - Purgatorio, Canto V, Versi 13 - 24

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