Dove può essere trovato il fondamento etico per le scelte politiche? La tradizione cattolica sostiene che le norme obiettive che governano il retto agire sono accessibili alla ragione [...] Secondo questa comprensione, il ruolo della religione nel dibattito politico [...] è di aiutare nel purificare e gettare luce sull’applicazione della ragione nella scoperta dei principi morali oggettivi. [...] non posso che esprimere la mia preoccupazione di fronte alla crescente marginalizzazione della religione, in particolare del Cristianesimo [...] Vi sono alcuni che sostengono che la voce della religione andrebbe messa a tacere, o tutt’al più relegata alla sfera puramente privata. (Benedetto XVI)
Qual'è la differenza tra l'intelligente e il furbo? L'intelligente sa che il furbo vive di "ignoranza conviviale" ed ingenuità, il furbo invece non sa che l'intelligente sa...
26 settembre 2010
25 settembre 2010
12 settembre 2010
Terzo Millennio
La cultura attuale, in alcune aree del mondo, soprattutto in Occidente, tende ad escludere Dio, o a considerare la fede come un fatto privato, senza alcuna rilevanza nella vita sociale. Mentre l’insieme dei valori che sono alla base della società proviene dal Vangelo – come il senso della dignità della persona, della solidarietà, del lavoro e della famiglia –, si constata una sorta di "eclissi di Dio", una certa amnesia, se non un vero rifiuto del Cristianesimo e una negazione del tesoro della fede ricevuta, col rischio di perdere la propria identità profonda. (Benedetto XVI)
10 settembre 2010
Il pane quotidiano
Presentazione: Aforismi per una rinascita dell'Occidente. Quell’uomo ha sempre paura di compromettersi, di andare oltre, trema al minimo eccesso, non ha altra preoccupazione che di conservare in ogni cosa il «giusto mezzo». Realizza forse in questo modo l’equilibrio? Affatto: fa piuttosto dell’equilibrismo. L’uomo equilibrato abbraccia ed armonizza in sé le tendenze opposte (la volontà e la passione, la prudenza e l’audacia, la lucidità e l’entusiasmo); si mostra simile ad una montagna il cui equilibrio richiede la presenza di due versanti. Tale ampiezza alla base gli permette appunto, a guisa della montagna le cui vette si perdono, audaci, nel cielo, di impegnarsi a fondo, di non tener conto dei mezzi termini e delle precauzioni; può spingersi molto lontano e molto in alto senza correr pericolo per la sua stabilità intima, è abbastanza forte e ricco per permettersi di essere esagerato in modo sano. L’equilibrista invece è avulso dalla vita, e la sua abilità consiste nel manovrare con saggezza per resistere in mezzo al turbine delle forze avverse da cui è colpito e che non può dominare. (Testo del filosofo contadino Gustave Thibon; fonte: http://totustuus.it/ )
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