Il
castello dei “numeri celesti”.
Il
capolavoro di Federico II é situato su un’altura nei pressi di Andria (BA),
visibilissimo con le sue otto torrette in pietra bianca. Esternamente il
monumento è in perfetta conservazione grazie anche alle recenti ristrutturazioni. L’interno è vuoto, non ha alcun suppellettile ed è privo di qualsiasi
arredo. Ancora non si è capito il motivo della sua forma ottagonale.
Considerando però la mistica medievale, di cui lo Stupor Mundi era un grande
protagonista, potrebbe essere riferito all’ottagono visto come via di mezzo tra
il cerchio (simboleggia Dio perché perfetto) ed il quadrato (che rappresenta
l’uomo); queste naturalmente sono solo delle ipotesi. Non vi è dubbio che il
fascino, sia legato soprattutto a questa simbolica forma geometrica. Tutto
l’edificio infatti, è strutturato sulla presenza del numero 8. Ottagonale è la
pianta del palazzo, otto le torri ottagonali ad ogni vertice, tutte con due
piani e otto sale, un cortile sempre ottagonale, al centro del quale vi era
probabilmente una vasca anch’essa ottagonale. La sua forma così sfaccettata, fa escludere la possibilità di un
tempio con finalità pratiche, civili o militari, e si propende pertanto per un
vero scrigno esoterico. La stessa
posizione del castello non e’ casuale, difatti solo a questa latitudine,
durante gli equinozi, il sole percorre esattamente un angolo di 45° uguale ad
uno spicchio di ottagono. I turisti, oltre ad essere attirati dalla
bellezza in quanto opera d’arte, sono richiamati si dalla sua forma ma
sopratutto dalla sua vera funzione. Un tempo, si erigevano castelli per
proteggere “qualcosa” mentre la
Costruzione di una fortezza in un luogo dove da proteggere
non vi era nulla (provate
ad immaginare la sconfinata pianura pugliese), appare, devo dire, alquanto
insolita. Molte sono le leggende che si accompagnano alla
costruzione del castello. Ci sono delle analogie con mitiche costruzioni (Glastonbury,
Notre Dame de Paris ecc..) e dei riferimenti
astrologici, che non lasciano spazio alla coincidenza. Molti studiosi esoterici
lo collegano anche all’Antico Testamento (Cantico dei Cantici di Salomone). Per altri, il segreto del "maniero"
e’ racchiuso nel suo stesso cortile. Dalla sua misurazione infatti, ecco che
ritroviamo una antica misura egiziana, 111 cubiti di Ezechiele. Il
"palindromo" e’ uno dei numeri più sacri in Egitto. Basti pensare che
esistono ben 23 papiri su di esso. Indica l’armonia dell’universo, unione tra
bene e male, non come principi contrapposti , ma come "apeiron"
primordiale ovvero parti dello stesso essere. Se poi, senza approfondire
oltre, si pensa che, per altri ancora, la costruzione è basata su un numero
chiave 1,618, il mistero si infittisce ancora di più. Esso infatti rappresenta
il cosiddetto “numero d’oro”, noto come numero “aureo”. Gli antichi
greci lo chiamavano “proporzione divina” proprio perché utilizzata nel creato (nell’uomo,
nelle piante negli animali ecc..). Quindi, mettendo in pratica questo rapporto,
ad esempio, stando a ciò che dicono alcuni “esperti” esoterici, dividendo la
nostra altezza con la distanza da terra del nostro ombelico, se otteniamo il
risultato di 1,618, abbiamo attestato anche noi la “veridicità” della cosiddetta
“proporzione divina”.