Dal
primo giorno ch'i' vidi il suo viso in questa vita, infino a questa vista, non
m'è il seguire al mio cantar preciso; ma or convien che mio seguir desista più
dietro a sua bellezza, poetando, come a l'ultimo suo ciascuno artista. Cotal
qual io lascio a maggior bando che quel de la mia tuba, che deduce l'ardua sua
matera terminando, con atto e voce di spedito duce ricominciò: «Noi siamo
usciti fore del maggior corpo al ciel ch'è pura luce: luce intellettual, piena
d'amore; amor di vero ben, pien di letizia; letizia che trascende ogne dolzore.
Qui vederai l'una e l'altra milizia di paradiso, e l'una in quelli aspetti che
tu vedrai a l'ultima giustizia». D. C. - Paradiso, Canto XXX, Versi 28 - 45
Qual'è la differenza tra l'intelligente e il furbo? L'intelligente sa che il furbo vive di "ignoranza conviviale" ed ingenuità, il furbo invece non sa che l'intelligente sa...
03 agosto 2014
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ET IN ARCADIA EGO
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Ma cu c'hai in te la testa, l'arenella du brecciulì o li sacchi de pajia?
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