04 marzo 2012

The questions of the passion..

Cosa dire di Rosalinda, nulla per chi la conosce già, una donna forte che vive all'ombra della sua umiltà come volesse gridare tutto il silenzio della sua intimità. Le mie domande però non le rivolgo a lei ma a  coloro che mostrano al pubblico attento quelle "nudità" coperte solo da un "velo trasparente". Cosa significa dare un senso alla realtà? Porsi delle domande, al di la della necessità di farlo, implica anche il darsi delle risposte non coincidenti con il fato della leggerezza. In un certo qual modo Rosalinda entra nei miei pensieri per il ruolo che rappresenta nel film di Mel Gibson: "The Passion". Una strana mamma con uno stranissimo infante. La simbologia é inequivocabile. Un ruolo che calza a pennello a Rosalinda e non per la sua indole, anzi, ragazza in gamba e per bene con una famiglia irreprensibile ma perché nell'immaginario collettivo viene inserita in un contesto a metà tra il bene e il male quindi, per i più: ibrido. Tempo fa, mi é capitato di leggere qualcosa sul libro "La Sindone di Arquata del Tronto tra storia e leggenda" di Laura Castelli e Caterina Ciociola, dopo aver letto il libro, tra l'altro molto interessante, mi ritrovo on line a vedere le foto dell'inaugurazione; osservandole attentamente ho cominciato a "vedere" ciò che non avrei mai voluto e da quel momento mi chiedo: perché proprio lei? Di tanti personaggi a disposizione nel mondo dello spettacolo, perché Rosalinda Celentano? Cosa si voleva rappresentare?  Al di la della mera coincidenza, agli occhi dei "fedeli" non credo sia passata inosservata la discrepanza tra le due simboliche "personalità" unite nell'evento. 

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