lo primo e
ineffabile Valore quanto per mente e per loco si gira con tant'ordine fé,
ch'esser non puote sanza gustar di
lui chi ciò rimira. Leva dunque, lettore, a l'alte rote meco la vista, dritto a
quella parte dove l'un moto e
l'altro si percuote; e lì comincia a vagheggiar ne l'arte di quel maestro che
dentro a sé l'ama, tanto che mai da lei l'occhio non parte. Vedi come da indi
si dirama l'oblico cerchio che i pianeti porta, per sodisfare al mondo che li
chiama. Che se la strada lor non fosse torta, molta virtù nel ciel sarebbe in
vano, e quasi ogne potenza qua giù morta; e se dal dritto più o men lontano fosse
'l partire, assai sarebbe manco e giù e sù de l'ordine mondano. Or ti riman,
lettor, sovra 'l tuo banco, dietro pensando a ciò che si preliba, s'esser vuoi
lieto assai prima che stanco. Messo t'ho innanzi: ormai per te ti ciba; ché a sé
torce tutta la mia cura quella materia ond'io son fatto scriba. D.C. -
Paradiso, Canto X, Versi 3 - 27