26 aprile 2010

Roma, Vernissage di sabato 24 aprile 2010 Il poeta che "scrive" con il pennello...

Michele Sabatino è nato a Castellammare di Stabia in provincia di Napoli, un luogo di indubbia bellezza ma allo stesso tempo molto difficile, anche se sensibile verso chi esprime delle doti talentuose. Fin da piccolo ha avuto la passione della pittura, per ovvi motivi però, si è dovuto orientare verso altri settori, si laurea a pieni voti presso la facoltà di architettura dell’università Federico II di Napoli mantenendo in cuor suo la volontà di realizzare il suo sogno. Per dare seguito ai suoi studi ed affermarsi come architetto, si trasferisce nella città felliniana dove tutt’ora risiede e svolge questa professione con grande umiltà, convogliando nella stessa il suo estro del tutto unico. Per anni il suo talento rimane sopito nel suo cuore anche per motivi pratici ma, si sa, tutto si può contenere tranne la spinta comunicativa che proviene dall’anima e, difatti, negli ultimi tempi eccola riemergere prepotentemente. Molto attento al suo richiamo artitistico, Michele Sabatino inizia a dar “voce” alla sua energia interiore, combinando nel modo migliore le sue attività. Pittore autodidatta, artisticamente acuto osservatore di forme e spazi, acquisisce subito una padronanza dei colori, che gli permette una comunicazione immediata con le persone, al di la del significato recondito che possono esprimere i suoi dipinti astratti. Una simbiosi di forme, ben amalgamate che rappresentano gli stati d’animo dell’artista, con il proprio essere rappresentato dal colore dello sfondo, che da vita ad uno scontro-incontro con il suo subconscio in conflitto con il mondo circostante sempre più distante dalla sua dimensione interiore. Nella vastità delle espressioni che possono manifestarsi in periodi diversi del suo percorso personale, c’è un monito ricorrente rivolto alla società, troppo spesso assorta a contemplare un dio denaro che offre solo il potere materiale senza soffermarsi sulla spiritualità, rivolgendo poca attenzione alle proprie risorse e necessità. La sua ispirazione è dettata dalle sue sensazioni e dal suo istinto, in alcuni dei suoi ultimi quadri, si possono notare delle influenze di alcuni pittori come Mirò, Picasso e Van Gogh ma, nel pieno rispetto dei grandi maestri del passato, Michele Sabatino per il momento non è catalogabile in nessun “ismo” e, come da lui stesso dichiarato in alcune interviste, si può definire un “neoespressionista astratto”. Io personalmente, non sono stato mai attratto dall’arte espressa nei dipinti, in quanto la ritenevo troppo lontana dalla mia cultura personale ma la vista di queste forme stravaganti e colorate anno attirato la mia attenzione, tanto che, per capire meglio cosa mi affascinava di queste opere, ho intrapreso un cammino che ritenevo molto improbabile terminare, cioè seguire attentamente la loro sinuosità, per capire lo stato d’animo dell’autore. Andando avanti ho capito una cosa molto importante, non era l’arte ad essere lontana da me ma, al contrario, ero io che la evitavo perché non sapevo osservare. Ebbene si, questo per me è Michele Sabatino, un pittore che oltre saper dipingere, sa anche comunicare con i suoi quadri, il proprio percorso introspettivo mettendolo in risalto con i giusti colori che mostrano la sincerità con cui mette a nudo la propria anima. Con questo voglio ringraziare i promotori della mostra: il Prof. Antonio Restivo e l’associazione culturale Spaziodarte che mi hanno permesso di avvicinare la sensibilità di questo artista. Un ringraziamento particolare va alla sig.ra Viviana Tavormina, che cura diversi settori dedicati al pittore svolgendo un ruolo fondamentale nella promozione delle sue opere.  (Massimo Maravalli)

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